“Non posso nascondere che da consigliere eletto dai dipendenti avrei avuto piacere di presenziare a un Cda in cui erano in discussione importanti delibere che impattano sulla vita dei lavoratori Rai e dell’azienda tutta. Non mi sono note le ragioni per cui non si è potuto differire il Cda a dopo il 5 dicembre, data in cui l’Assemblea ratificherà non già la mia nomina bensì la mia elezione”. Non le manda a dire al Consiglio d’amministrazione della Rai, nel quale è stato da poco eletto, Davide Di Pietro, neo consigliere scelto dai dipendenti di Viale Mazzini per sostituire il compianto Riccardo Laganà.
Insomma, un debutto tutt’altro che in sordina all’indomani della riunione del Cda che ha approvato le delibere relative al piano strategico immobiliare dell’azienda e che peraltro prevedono dismissioni importanti nelle sedi del Nord. “Sono abituato ad esprimermi dopo aver avuto compiuta contezza dei contenuti deliberati nel Cda di ieri (giovedì, ndr) al cui esito formulerò pubblicamente le dovute considerazioni – chiarisce Di Pietro -. Sin da ora posso comunque manifestare le mie perplessità rispetto ad investimenti che si dovrebbero completare dopo la scadenza della concessione nel 2027 dando evidentemente per scontato che la stessa sarà rinnovata a Rai non si sa con quali condizioni e con quante risorse finanziarie a disposizione”.
Un entrata in scena che suona già come un avvertimento al vertice di Viale Mazzini. E all’Ad Roberto Sergio in primis.