E alla fine il Cda Rai, guidato dal suo amministratore delegato Roberto Sergio, ha deciso di approvare il piano immobiliare (con annesse vendite) nonostante lo stesso Consiglio di amministrazione sia al momento per così dire “zoppo”. Già, perché nonostante il successo di Riccardo Laganà, scomparso prematuramente, sia stato eletto dai dipendenti Rai e scelto nella persona di Davide Di Pietro, la nomina ancora dev’essere ratificata, cosa che non accadrà prima del 5 dicembre.
Il Cda della Rai ha approvato il piano immobiliare sebbene il consigliere dei dipendenti non si sia ancora insediato
Ecco perché logica avrebbe voluto di aspettare che il Cda tornasse al completo, con la presenza di tutti i suoi rappresentanti, specie se pensiamo che a mancare al momento in ruolo operativo è proprio il consigliere rappresentante dei dipendenti del servizio pubblico. Non una roba di poco conto. E invece nulla. Sergio ha voluto, per così dire, “forzare” la mano e andare avanti con l’approvazione del piano immobiliare. Cosa che è avvenuta, per l’appunto, ieri.
La questione non è di poco conto dato che, come spiegato dalla stessa Rai in una nota, si prevede la vendita a pacchetto, nel 2026, di alcuni immobili valutati non più strategici. L’operazione è ritenuta necessaria per determinare i benefici previsti dal Piano Immobiliare del luglio 2022 e contribuire alla sostenibilità economico-finanziaria delle successive iniziative di riqualificazione del parco immobiliare Rai. Ma c’è di più. La seconda delibera approvata – strettamente collegata con la prima – riguarda l’accordo quadro vincolante tra Rai e Fondazione Fiera Milano per la rilocalizzazione nel 2029 del Centro di Produzione Rai di Milano.
Il centro di produzione Rai di Milano, ricorda ancora Viale Mazzini, verrà ricollocato su una porzione dell’area denominata MiCo Nord. L’operazione consentirà di superare l’inadeguatezza complessiva degli insediamenti milanesi, di accentrare in un unico polo produttivo le attività e di disporre di un asset sviluppato secondo criteri di ecosostenibilità. L’obiettivo è di favorire un upgrade funzionale, anche in termini di digitalizzazione, di migliorare modalità e qualità del lavoro, nonché di assicurare, nell’ambito del piano immobiliare, un significativo miglioramento in termini di fabbisogno finanziario di qui al 2032.
Si dirà: bene così, si guarda al futuro. Chissà. In parte è vero. In parte, però, c’è l’ombra di un potenziale conflitto d’interessi. Il consigliere Igor De Biasio, eletto in quota Lega, è nel frattempo anche amministratore delegato di Arexpo, società che gestisce i terreni della Fiera di Milano. Insomma, acquirente e venditore in un’unica persona. Certo: De Blasio, giustamente, si è astenuto dal voto. Ma a parlare, dopo l’approvazione delle delibere, è stato il leghista Alessandro Morelli, sottosegretario all’Editoria: “Da quando sono stato eletto in Parlamento lavoro, in squadra con il gruppo in Vigilanza Rai e con il consigliere De Biasio, per raggiungere lo storico risultato di dare a Milano una sede moderna e rivolta al futuro, oggi è una giornata di festa”. Insomma, ampi complimenti a De Blasio da parte di Morelli. Bene. Giusto, addirittura. Se solo si capisse se i complimenti sono rivolti al consigliere De Blasio e basta. Oppure al consigliere Rai e amministratore delegato Arexpo.