Si scopre quindi che il famoso piano educativo per le scuole che starebbe preparando il ministro dell’Istruzione e il Merito, Giuseppe Valditara, vede tra gli altri come collaboratore tal Alessandro Amadori, teorico del maschicidio in un Paese dilaniato dai femminicidi.
Il governo lancia un piano per Educare alle relazioni. Bufera sul consulente Alessandro Amadori e le sue controverse tesi
Amadori è un personaggio paradigmatico. Si è messo a scrivere un libro e l’ha autopubblicato – alla stregua del generale Roberto Vannacci – in cui negava la violenza maschile e sosteneva tesi cospirazioniste sul tentativo delle donne di dominare i maschi. Come postilla c’è il solito “non si può dire niente”, che di questi tempi va per la maggiore da parte di coloro che scrivono le peggiori boiate. Docente a contratto di psicologia all’università Cattolica di Milano, fa parte dello stesso think tank del ministro Valditara, Lettera 150, e con lui ha anche pubblicato un libro nel 2022, per Piemme, dal titolo È l’Italia che vogliamo. Il manifesto della Lega per governare il Paese, prefazione del leader del Carroccio Matteo Salvini.
Insomma, un intellettuale organico alla Lega e, come scriveva Domani il 21 aprile scorso, consulente del ministero per 80mila euro lordi l’anno. Le teorie di Amadori si possono cogliere da qualche passaggio del suo libro. Ad esempio: “Ma allora, parlando di male e di cattiveria, dovremmo concentrarci solamente sugli uomini? Che dire delle donne? Sono anch’esse cattive? La nostra risposta è “sì”, cioè che anche le donne sanno essere cattive, più di quanto pensiamo”, scrive il professore riprendendo la tesi di tal Adriano Pirillo su Soverato Web, che Amadori tratta come se fosse uno studio certificato dalla maggioranza della comunità scientifica.
La tesi di Pirillo è: le donne sono cattive, lo sono sempre state, dalle figure bibliche a Lucrezia Borgia alle donne di oggi. Per questo conia un termine preciso (le “ginarche”) per descrivere coloro che “agiscono come delle amazzoni giustiziere che vendicano l’intero genere femminile attraverso una totale svalutazione del maschile e a tendere la sua riduzione in schiavitù (con tanto d’imposizione di strumenti di contenimento sessuale e di castità forzata, uno dei cardini della rieducazione maschile nella prospettiva ginarchica, insieme con il rovesciamento dei ruoli nel rapporto sessuale (torna qui prepotentemente in gioco il già menzionato strap on)”.
Inevitabile che si sollevasse l’opposizione. La vicepresidente dem dell’Europarlamento, Pina Picierno, componente della direzione del Pd, ha twittato: “Non conosciamo i meriti accademici o sociali di Amadori, sappiamo solo che è un leghista amico di Valditara. Sul corpo delle donne non si scherza. Basta improvvisare e proporci personaggi improbabili, guardiani di un’ideologia violenta e patriarcale che è parte del problema”. Il Movimento 5 stelle ha chiesto che il ministro dell’Istruzione riferisca in aula a Montecitorio: “Valditara ha il dovere di fornire tutte le dovute spiegazioni sulla nomina di Alessandro Amadori a coordinatore del progetto Educare alle relazioni. Abbiamo chiesto una informativa in aula, e ci aspettiamo che il ministro risponda celermente”, recita una nota degli esponenti pentastellati in Commissione Cultura alla Camera dei deputati.
Le opposizioni chiedono le dimissioni del tecnico che condivide col ministro Valditara lo stesso think tank
“In un momento storico come quello che stiamo vivendo, con il fenomeno dei femminicidi che assume ogni giorno di più i contorni di una vera e propria strage – aggiungono – chiunque si accosti a questo argomento non può portare con sé le ombre di teorie bislacche e pericolose”. Soprattutto se con i soldi dello Stato. La senatrice di Italia Viva, Daniela Sbrollini, capogruppo nella Commissione bicamerale sul femminicidio, ha espresso forti perplessità sulla scelta del collaboratore ministeriale: “Serve equilibrio nella scelta delle consulenze da parte del ministero dell’Istruzione, soprattutto su un tema delicato come il progetto di educazione affettiva e sentimentale nelle scuole. La presenza di Alessandro Amadori nel gruppo di lavoro lascia quanto meno perplessi”, ha scritto in una nota. “È importante che le linee guida sull’educazione alla affettività siano scritte in modo equilibrato e senza colpevolizzare le donne, mentre il professore – ricorda ancora Sbrollini – in alcune sue pubblicazioni ha parlato di ‘donne cattive’…”.
Ilaria Cucchi, di Alleanza Verdi-Sinistra, ha annunciato che il tema sarà affrontato in commissione Giustizia a Palazzo Madama: “Anche se non capisco bene cosa ci sia da discutere, penso che se il governo ha scelto lui per questo ruolo, le possibilità sono due. O è stato un errore colossale, perché la destra e il ministro dell’Istruzione Valditara non conoscono bene di chi stiamo parlando. O è stato un errore colossale, perché la destra e il ministro dell’Istruzione Valditara conoscono bene di chi stiamo parlando, e pensano che abbia ragione. Colleghe, colleghi: ripensateci e fate marcia indietro”.
“Il progetto Educare alle relazioni è stato scritto dal dipartimento del ministero dell’Istruzione e del merito”
Il ministro Valditara ieri mattina ha scritto una nota provando a dirottare il fuoco di fila delle opposizioni dal bersaglio Amadori: “Il progetto Educare alle relazioni è stato scritto – dice il ministro – dal dipartimento del ministero dell’Istruzione e del merito dopo aver sentito il parere delle associazioni dei genitori, degli studenti, dei docenti, dei sindacati, dell’ordine degli psicologi e di diversi esperti fra cui anche giuristi e pedagogisti”. Il documento “è stato letto, condiviso e sottoscritto da me. È questo il documento che domani presenteremo ed è questo documento che va giudicato”. Valditara dice che “per un confronto proficuo su un tema importante, che riguarda i nostri giovani e tutta la società, sarebbe utile evitare polemiche pretestuose”. Anche stavolta, tanto per cambiare, innescate, a bene vedere, dalle improvvide scelte della maggioranza.