Francesca De Masi è vicepresidente di BeFree, cooperativa sociale di Roma contro tratta, violenze, discriminazioni. Quando è stata contattata da due giornalisti di Altreconomia per un’inchiesta sul gestore del Cpr di via Corelli a Milano, dopo un primo attimo di comprensibile stupore, ha stilato una nota in cui si dice “indignata” per l’esistenza di un “fantomatico protocollo di intesa con l’ente gestore del Cpr di Milano, che noi non avremmo mai potuto firmare, perché siamo fortemente critiche nei confronti della stessa esistenza di queste strutture”. La società Martinina srl, nella documentazione tecnica inviata alla prefettura di Milano per aggiudicarsi l’appalto da oltre 1,2 milioni di euro per la gestione della struttura, avrebbe inserito protocolli siglati con realtà esterne che, come quello attribuito alla BeFree, sarebbero palesemente falsi.
Centro per i rimpatri di via Corelli, gli accordi taroccati
Luca Rondi e Lorenzo Figoni, i due giornalisti autori dell’inchiesta, hanno visionato l’offerta tecnica presentata affiancati dall’avvocato Nicola Datena dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi). Martinina srl, società domiciliata in provincia di Salerno, si legge nell’inchiesta di Altreconomia, nell’ottobre 2022 si è aggiudicata l’appalto per un anno (scadenza il 31 ottobre 2023, rinnovabile di un anno in assenza di nuove gare pubbliche) indetto dalla prefettura di Milano presentando un’offerta in cui garantiva, tra le altre cose, la collaborazione con diverse realtà finalizzata ad assicurare l’erogazione di “servizi” da integrare nella gestione del Cpr.
Almeno otto protocolli sarebbero falsi e riguardano, oltre alla BeFree (in questo caso il presunto protocollo è talmente grossolano che il nome del legale rappresentante è sbagliato e di conseguenza anche il codice fiscale generato), il Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo), che avrebbe firmato un protocollo con Martinina l’8 agosto 2022 volto alla formazione del personale del Cpr, Ala Milano onlus, che avrebbe dovuto garantire “prestazioni di natura di mediazione linguistica/culturale”, la società sportiva Scarioni 1925, il Centro islamico di Milano e Lombardia (che avrebbe siglato un accordo con Martinina “per garantire il sostegno spirituale all’interno del centro), l’associazione Dianova Onlus che in teoria garantirebbe assistenza per i trattenuti con tossicodipendenza. In quest’ultimo caso la prefettura sembra non essersi accorta che il protocollo risulta firmato nell’agosto 2022 solo da Martinina Srl.
La “Bondon grocery”, secondo il protocollo presentato, dovrebbe, invece, riconoscere “agli operatori della Martinina Srl che acquistano per conto delle persone trattenute nel Cpr uno sconto del 5% sulla spesa effettuata”: il protocollo firmato nell’agosto 2022 reca in intestazione la denominazione della società, che ha però cessato l’attività il primo luglio 2021. Tutti i diretti interessati, contattati da Altreconomia, hanno smentito l’esistenza di quegli accordi, compreso un prete, don Stefano Venturini, ex parroco della comunità pastorale delle parrocchie di San Martino in Lambrate e SS Nome di Maria, che si sarebbe impegnato, secondo le carte consultate, “a orientare, aiutare gli ospiti prestando attenzione specifica a quanto le persone esprimono”.
Associazioni fantasma
“Diverso”, si legge nell’inchiesta di Altreconomia, è il caso della Associazione di Volontariato “Il Paniere Alimentare”, dell’Organizzazione “Musica e Teatro” e dell’Associazione “Fiore di Donna”, dei quali non solo non è stato possibile riscontrare alcun riferimento online, ma di cui i codici fiscali inseriti nei protocolli risultano inesistenti, così come gli indirizzi mail di riferimento”. Secondo dati inediti consultati da Altreconomia, la prefettura di Milano avrebbe già versato a Martinina Srl oltre 943mila euro per la gestione della struttura di via Corelli. Ed è rilevante anche l’avvicendamento delle società gestite sempre dallo stesso imprenditore, Alessandro Forlenza, prima con la Engel Italia Srl poi “inglobata” nella Martinina Srl.