La partita che si sta giocando sul patrimonio del Comune di Napoli e dei napoletani è grossa e rischia di condizionare in negativo il futuro della città. Il sindaco Manfredi e la sua maggioranza politica si apprestano a mettere sul mercato e a privatizzare i beni pubblici della città. Un’operazione che è contro l’interesse pubblico.
Il sindaco e la sua corte politica negano. Dicono che vogliono vendere i beni che non sono di pregio e invece solo valorizzare tramite i privati gli altri beni. Affermazioni politicamente ingannevoli. I beni che non valgono non li compra nessuno ed il pacco per Napoli lo hanno purtroppo già rifilato ai napoletani, ma i privati che guardano al loro portafoglio non si comprano certo ciò che sul mercato non ha valore. Ed invece venderanno beni comuni e di interesse pubblico perché quelli hanno valore, e si giustificheranno dicendo che debbono fare cassa, per pagare gli interessi di quello che hanno ricevuto dal governo senza peraltro migliorare alcun servizio. Oppure li daranno in gestione in modo tale che gioielli della città, che oggi sono fruibili da tutti, diverranno luogo di business ed affari. Chi saranno i beneficiari di tutto questo? I centri di potere che da sempre hanno messo e vogliono mettere le mani sulla città.
C’è un’alternativa? Certo. Continuare nella vendita degli alloggi agli inquilini, con beneficio per le casse comunali e delle famiglie. Valorizzare il patrimonio comunale utilizzando le risorse che sono destinate alla città di Napoli. Consolidare l’azienda partecipata pubblica del Comune che può svolgere, a maggior ragione con i soldi già ricevuti dall’amministrazione Manfredi, attività di riscossione, vendita, valorizzazione, manutenzione. So bene che c’è voluto per internalizzare la gestione del patrimonio comunale e toglierla ad un noto imprenditore napoletano a cui era stata affidata dal Pd, oggi azionista di maggioranza di Manfredi, con la regia politica dell’allora assessore Enrico Cardillo, oggi tra i politici più vicini al Sindaco.
I Cinque Stelle locali hanno fatto già sapere che sono favorevoli all’ingresso dei privati. La maggioranza che sostiene Manfredi ha al suo interno soggettività che nel passato si sono battute per evitare la privatizzazione della partecipata Napoli Servizi e hanno contribuito al risultato che raggiungemmo di renderla solida e dare un futuro a migliaia di lavoratrici e lavoratori. Oggi sono più tiepidi, oppure alzano il tono con l’impressione di voler trattare in realtà al ribasso. Ma questo rende solo più grave l’operazione politica che è in atto.