Nuovo round di audizioni alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla manovra. Si parte oggi con le associazioni produttive, per continuare con Banca d’Italia e Istat. Martedì toccherà all’Ufficio parlamentare di bilancio e poi sarà il turno del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. L’obiettivo è fare il punto su tutti i nodi da sciogliere, a partire da quello sulle pensioni.
Una volta terminato il ciclo di audizioni il governo farà il punto e deciderà il pacchetto da emendamenti da presentare, considerando che la maggioranza non richiederà modifiche, come chiesto dallo stesso esecutivo. Molto probabile, anche di fronte alla mobilitazione già annunciata da alcune categorie, un cambio della stretta sulle pensioni degli statali.
Tra pensioni e scioperi: i nodi della manovra
Quasi certo che il governo cambi la stretta sugli assegni di alcuni dipendenti pubblici (in totale 732mila), tra cui 150mila tra medici e infermieri. Attualmente si prevede un ricalcolo dell’assegno che ridurrebbe l’importo fino al 25%, secondo le accuse dei sindacati. Il rischio è di un esodo di queste categorie, a partire proprio dai sanitari, prima della fine dell’anno.
Una delle ipotesi è di mantenere il taglio solamente per chi deciderà di ricorrere alla pensione anticipata, mentre nessun taglio ci sarebbe per la pensione di vecchiaia. Difficile, perché i costi rispetto alla forma attuale sarebbero alti. La Lega, invece, punta a rinviare il taglio di due o tre anni, anche perché i risparmi sarebbero minimi per i primi anni, raggiungendo in totale i 2,3 miliardi solamente da qui al 2043.
Questa norma ha creato tensioni che hanno portato i sindacati ad annunciare una serie di scioperi e mobilitazioni. Cgil e Uil hanno annunciato uno sciopero di otto ore tra il 17 novembre e il primo dicembre, mentre la Cisl sarà in piazza il 25 novembre a Roma. Uno sciopero è stato indetto anche dai sindacati dei medici per il 5 dicembre. L’ultima grana per la manovra è quella europea: mentre il governo italiano si oppone al nuovo Patto di stabilità, la Commissione il 21 novembre sarà chiamata a giudicare la legge di Bilancio.