L'Editoriale

Gli infiltrati a destra e a sinistra

Sulle grandi questioni dei nostri tempi, destra e sinistra raccolgono tutto e il contrario di tutto, dimostrandosi per l’ennesima volta categorie del passato.

Gli infiltrati a destra e a sinistra

Non scomodiamo Giorgio Gaber con l’eterna domanda su cos’è la destra e cos’è la sinistra, ma qualche domanda dobbiamo farcela se il Pd prende le distanze dal premier socialista albanese, Edi Rama, che va d’amore e d’accordo con la Meloni, mentre la destra a Tirana manifesta contro l’intesa sui migranti fatta col governo di destra di Roma.

Che ci sia confusione nei sistemi valoriali profondi della politica è evidente, e la faccenda si complica di più se si affronta la questione palestinese, dove la destra erede delle ideologie che portarono alla Shoa “tifa” per il pugno di ferro di Israele, mentre a sinistra c’è chi non sa usare parole ferme di condanna per Hamas. Al punto che alla manifestazione di oggi del Pd, la segretaria Schlein ha messo il veto sulle bandiere, per non rischiare di trovarsi accanto i vessilli dei terroristi.

Poi si sentono parlare esponenti dei dem o dei partiti limitrofi, tipo IV, e si scopre che sono più guerrafondai di Netanyahu, mentre chi conosce la storia sa quanta influenza ha avuto il terrorismo arabo su quello nero di casa nostra, che oggi ha non pochi ex combattenti nelle istituzioni.

Sulle grandi questioni dei nostri tempi, insomma, destra e sinistra raccolgono tutto e il contrario di tutto, dimostrandosi per l’ennesima volta categorie del passato. E soprattutto inutilizzabili per orientare l’opinione pubblica, perché inquinate da leader che si dicono di destra senza saperne la genesi, o si spacciano di sinistra mentre invece per le loro sensibilità sono degli infiltrati della destra.