I mutui si stabilizzano, ma la notizia è tutt’altro che positiva per le famiglie che vogliono ricorrere a un finanziamento per acquistare casa. Come sottolinea infatti il Codacons, i continui aumenti delle rate degli ultimi due anni hanno portato a un incremento di quasi 4.400 euro l’anno per l’accesso a un finanziamento a tasso variabile rispetto al 2021.
Il Codacons fa riferimento ai dati di Bankitalia sull’andamento dei mutui e considera una fascia media di mutuo variabile, per un importo tra i 125mila e i 150mila euro l’anno, per una durata di 25 anni (l’importo più richiesto in Italia): in due anni la rata è salita tra i 270 e i 365 euro a causa dei rialzi della Bce. Per una famiglia oggi la spesa è cresciuta in media tra i 3.240 e i 4.380 euro l’anno rispetto a quanto si pagava nel 2021.
I tassi sui mutui a settembre: i dati Bankitalia
I dati della Banca d’Italia sul mese di settembre mostrano che i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni (comprensivi delle spese accessorie) si sono collocati al 4,65% contro io 4,67% di agosto. La variazione, quindi, è minima ma leggermente positiva. Invece i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 5,35%, contro il 5,01% del mese precedente.
Prestiti al settore privato e alle famiglie, rallenta la domanda
Per l’Unione nazionale consumatori e il suo presidente Massimiliano Dona è “positivo che i tassi sui mutui scendano rispetto al record di agosto”, ma va sottolineato che “si tratta di un calo per ora impercettibile”. Tra l’altro già “a luglio si era verificata una riduzione poi subito sconfessata il mese dopo”.
I dati, quindi, sono “altalenanti” e resta un altro grosso problema: “Quello che per ora è certo, però, è la pessima notizia che la politica restrittiva della Bce, per quanto fatta per il giusto obiettivo di cercare di contenere l’inflazione, continua ad avere un pessimo effetto sulla caduta dei prestiti al settore privato che crollano del 3,6% nei dodici mesi, -0,9% i prestiti alle famiglie, con conseguenze negative sul Pil”.