L’amministrazione comunale di Napoli, durante il nostro mandato, è stata l’unica tra le grandi città italiane che non ha privatizzato nessun servizio di rilevanza pubblica salvando dal fallimento e rilanciando tutte le aziende comunali che erano prima luoghi occupati dalla politica che condizionava posti di lavoro e servizi. L’emergenza rifiuti che devastò Napoli si reggeva su affidamenti diretti a ditte private, esternalizzazioni, distruzione della filiera pubblica dei rifiuti, dalla raccolta allo smaltimento. Se Napoli fu ripulita, se oggi l’azienda pubblica ha un piano industriale ed assume personale e non si va più in emergenza è grazie a quella azione politica, accompagnata da concretezza amministrativa e trasparenza. Il sistema poi cerca di strangolarti, toglie risorse, ti costringe a privatizzare, ma noi abbiamo retto, grazie ad un lavoro di squadra con lavoratrici e lavoratori.
Non è solo incompetenza amministrativa e mancanza di visione politica per Napoli, è un disegno preciso portato avanti da persone e gruppi portatrici di interessi
Oggi l’amministrazione Manfredi ha avuto tanti soldi ma ha preso impegni per fare altro con queste risorse, non migliorare i servizi e la qualità della vita dei cittadini, e procedere a privatizzare. Con la scusa che lo chiede il governo e che le aziende non funzionano si creano le condizioni ad arte per privatizzare. Se noi avessimo avuto un decimo delle risorse date a Manfredi, che ci furono dolosamente negate, avremmo raggiunto ulteriori obiettivi nell’interesse pubblico.
Ora la strategia è chiara: le aziende pubbliche che erogano servizi devono essere affidate a privati, il pubblico va smantellato, compreso il patrimonio comunale, la stessa acqua pubblica unico caso in Italia e in Europa.
Stiamo pagando il prezzo velenoso della firma del Patto per Napoli che non vede destinare risorse per migliorare i servizi pubblici, ma garantisce a questa amministrazione di portare a casa obiettivi che non sono di interesse pubblico e costituzionalmente tutelati: cessione a privati dei beni comuni della città, privatizzazione dei servizi, modifica del piano regolatore che rende felice i poteri forti e speculativi, più consumo di suolo, periferie che diventano obiettivo famelico di chi da sempre vorrebbe fare business su bonifiche e terreni.
Contestualmente i cantieri e i lavori per le infrastrutture di interesse generale vanno a rilento e si perdono anche finanziamenti che abbiamo faticosamente ottenuto, comprese le stesse risorse del PNRR che non vengono difese. Non è solo incompetenza amministrativa e mancanza di visione politica per Napoli, è un disegno preciso portato avanti da persone e gruppi portatrici di interessi.