La proroga del Superbonus 110% non ci sarà. Ancora una volta, il governo non ascolta nessuno sugli incentivi per il settore edilizio. Ignorati gli appelli dei costruttori, che paventano rischi per l’intero comparto, l’occupazione e la crescita. E ignorato anche il pressing non solo del Movimento 5 Stelle, ma anche di Forza Italia.
Gli emendamenti al decreto Anticipi degli azzurri e dei pentastellati, molto simili tra loro, non saranno presi in considerazione della commissione Bilancio del Senato. Il lavoro si concentrerà soltanto sugli emendamenti che “non abbiano impatto sui saldi”, come ha spiegato il presidente Nicola Calandrini. Una decisione condivisa dal governo.
Eventuali altre modifiche, viene spiegato, potrebbero essere considerate insieme alla manovra, per la quale si prevede un apposito fondo per intervenire in Parlamento. Va però detto che le risorse sono pochissime e un intervento sul Superbonus è praticamente impossibile. Anche perché, come detto dopo il varo della manovra dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il governo è contrario a ogni proroga sul Superbonus, nonostante le differenti posizioni all’interno della maggioranza.
Addio al Superbonus: nessuna proroga per il 110%
Il blitz fallito da Forza Italia non è il primo: ci aveva già provato a settembre, invano. Stavolta ha presentato un emendamento al decreto Anticipi che chiedeva la proroga fino al 30 giugno del 2024 per la detrazione al 110% per i lavori effettuati nei condomini e nelle villette unifamiliari: secondo la proposta azzurra si poteva prorogare il bonus per chi ha eseguito, entro la fine del 2023, almeno il 60% dei lavori.
La proposta dei 5 Stelle è molto simile, con l’unica differenza che la soglia dei lavori eseguiti entro fine anno si abbassa al 30%. Forza Italia chiedeva di finanziare la proroga attraverso un aumento della web-tax dal 3% al 15%.
Nel 2024, quindi, il Superbonus scenderà al 70%, mentre fino alla fine dell’anno in corso resterà al 90%. La proroga era stata chiesta da tutta la filiera delle costruzioni che da tempo denuncia come sia necessario evitare il blocco dei cantieri e i conseguenti danni per famiglie e imprese.
L’ultima a lanciare l’allarme era stata la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, secondo cui sulla flessione dell’economia “incide negativamente l’andamento del settore delle costruzioni” dopo un biennio da record. Settore che, infatti, ha contribuito nel biennio 2021-2022 per “circa un 30% all’eccezionale andamento del Pil”.
La richiesta di una proroga viene ritenuta necessaria dall’Ance per completare i lavori, a fronte tra l’altro di “costi contenuti” per lo Stato. Senza proroga, invece, sono a rischio “decine di migliaia di cantieri” e si profila il timore di una “perdita improvvisa di centinaia di migliaia di posti di lavoro”. Eppure al governo non interessa e continua la sua crociata ideologica contro il Superbonus.