La prima casa non si tocca. Un principio sacro per la destra e per Forza Italia. Tanto che proprio gli azzurri, dopo l’accordo trovato con il governo prima dell’invio del testo definitivo della manovra, avevano rivendicato di aver raggiunto un’intesa che confermava la tassazione più alta sugli affitti brevi solamente dalla seconda alla quarta casa.
E, invece, le cose non sono andate propriamente così. Infatti nell’ultimo testo della manovra l’aumento della cedolare secca dal 21% al 26% è previsto anche per le prime abitazioni in caso di almeno due immobili in affitto. La notizia era stata data dal Sole 24 Ore e ora viene confermata dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.
Quella di Durigon non è una vera e propria ammissione, perché intervenuto a SkyTg24 ha più volte cercato di non rispondere esplicitamente. Ma alla fine ha dovuto ammettere con un laconico “oggi è così” che l’aumento della cedolare secca riguarda anche la prima casa.
L’aumento delle tasse per gli affitti brevi sulla prima casa
La manovra innalza al 26% la cedolare secca e lo fa per tutti gli appartamenti in affitto breve, sempre che il proprietario ne abbia almeno due utilizzati per affitti brevi. Quindi la tassa più alta si paga (se non è l’unico immobile in affitto) anche sulla prima casa. L’incremento di cinque punti dell’aliquota, insomma, non vale solo a partire dal secondo immobile in affitto, come voleva far credere il governo.
Come spiegava il Sole 24 Ore, l’aumento della tassa vale anche sulla prima casa perché la manovra si aggancia al decreto legge 50/2017, che vale per i redditi derivanti dai contratti di locazione breve. In quel caso si prevedeva un’aliquota al 21% che, con la manovra, viene innalzata al 26%.
In pratica si paga il 21% di tasse solamente se si affitta un unico appartamento. In caso di più di un affitto breve, la tassa sale al 26% su tutti gli immobili, compresa la prima casa.
Cosa succederà ancora con la manovra
Durigon, incalzato dalla giornalista, ha quindi dovuto ammettere che l’aumento della cedolare secca riguarda anche la prima casa. Ma ha anche spiegato che non è da escludere un successivo intervento, perché sul punto non c’è ancora convergenza nella maggioranza. D’altronde Forza Italia aveva chiesto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di cambiare quella misura. Cosa che, alla fine, non è stata fatta come speravano gli azzurri, nonostante gli annunci in senso opposto della maggioranza.
La tassa sulla prima casa per gli affitti brevi, quindi, aumenta. Anche se non è da escludere del tutto un intervento successivo in manovra, magari nel maxi-emendamento che probabilmente proporrà il governo, che cancelli l’aumento della tassazione sulla prima abitazione. Ma per il momento l’incremento della tassa sulla prima casa (in caso di almeno due affitti brevi) c’è.