Gigi Riva è un giornalista e scrittore che conosce bene il Medio Oriente e la striscia di Gaza. In un suo articolo per Domani racconta come anche in Israele ricominci a circolare il nome Marwan Barghouti, 64 anni, che dimostra plasticamente quanto si falsa la teoria della Palestina che “sta con Hamas”.
Marwan Barghouti, dopo 18 anni di prigionia, è in testa nei sondaggi sbaragliando sia il leader di Hamas Haniyeh che Abu Mazen
Barghouti nato a Kobar, villaggio nei pressi di Ramallah pagò con un primo arresto la partecipazione a una sommossa nel 1976. Come racconta Riva si iscrisse all’università di Bir Zeit, due lauree, in storia e scienze politiche, un master in relazioni internazionali, fu riarrestato, espulso in Giordania. Rientrato nel 1994 dopo la firma degli Accordi di Oslo, usa la sua riconosciuta capacità oratoria per difendere il processo di pace e viene notato dai vertici, Arafat compreso, che lo inglobano nel Consiglio legislativo e lo spingono alla carica di segretario generale di Fatah per la Cisgiordania.
Al processo pubblico in Israele del 2004 si presenta sorridente, le mani incatenate alzate verso l’alto e con il segno della vittoria. Al Washington Post consegna il suo autoritratto: “Non sono un terrorista, non sono neppure un pacifista. Sono semplicemente un normale uomo della strada palestinese che difende la causa che ogni oppresso difende, il diritto di difendermi in assenza di aiuti che potrebbero venire da altre parti”. La sentenza è scontata, carcere a vita.
Dopo 18 anni di prigionia risulta in testa nei sondaggi sbaragliando il leader di Hamas Ismail Haniyeh sia Abu Mazen. Per Arab Barometer, istituto demoscopico fondato da Amaney Jamal, docente a Stanford, a Gaza il 44 per cento dei palestinesi non ha nessuna fiducia in Hamas e il 23 per cento molto poca, il 73 per cento vuole un accordo di pace con Israele. La Striscia non è Hamas.