A volte una rettifica chiarisce molto più dell’articolo dal quale origina. Come nel caso della richiesta presentata dall’Ac Milan al nostro giornale (e riportata integralmente in fondo all’articolo), a seguito della pubblicazione in esclusiva del Masterplan del nuovo stadio che il club intende costruire a San Donato Milanese. Un impianto da 70.000 posti, nell’area verde San Francesco da 300.000 mq, ma le cui propaggini si infiltrano anche in pieno Parco Agricolo Sud Milano.
La precisazione del Milan dopo il nostro articolo conferma il progetto del nuovo stadio in mano al sindaco di San Donato
Prima di rispondere al Club, occorre sottolineare un dato incontrovertibile: il Masterplan riportato da La Notizia è quello reale, cioè è il progetto presentato oltre un mese fa dal Milan al Comune di San Donato. Una evidenziazione non scontata, visto che il sindaco Francesco Squeri aveva subito secretato il dossier ricevuto il 27 settembre 2023, imponendo il silenzio a tutti i consiglieri comunali. Una segretezza incomprensibile (viste anche le anticipazioni degli stessi assessori e del club ai giornali), dato l’impatto che l’opera potrebbe avere sui cittadini di San Donato. Basti pensare che si parla di uno stadio da 70.000 posti calato in un comune di 32.008 abitanti..
Metrature lievitate. Il progetto si fa in quattro
E si deve poi ricordare che nell’area di San Francesco nel 2021 il Comune aveva autorizzato la costruzione di una cittadella dello sport, la quale comprendeva un’Arena da 20.000 posti e altri edifici, per una Superficie Lorda (SL) complessiva di 108.100 mq. Il Milan ha recentemente acquistato la società che avrebbe dovuto costruire il complesso e da lì è partito per il suo impianto, stravolgendo e dilatando il progetto originale. Nella missiva il Milan sottolinea che “a livello di indici di sviluppo complessivi, a fronte dei 108 mila mq SL previsti dal P.I.I. approvato nel 2021, la richiesta di variante incide sugli stessi 108 mila mq SL, tutti localizzati nella stessa area originale denominata “San Francesco”…”. Il che è vero, in parte. Perché nel progetto si prevede sì di costruire la stessa superficie lorda (108.000 mq) nella stessa area, ma ad essa si aggiungono ulteriori tre aree (o “comparti di trasformazione”) che non erano previste nel progetto approvato nel 2021. Lo scrive lo stesso Milan: “La Proposta di Programma Integrato di intervento in variante interessa una superficie territoriale più ampia del PII 2021 vigente, comprendendo 3 nuovi comparti di trasformazione(…) per una superficie territoriale complessiva pari a mq. 479.373”.
E tutti i nuovi comparti “sono ambiti interni al perimetro del Parco Agricolo Sud Milano”. Il comparto 2 “è un ambito pari a mq. 96.539 mq” destinato a parco; il Comparto 3 “è un ambito pari a mq. 63.175 destinato alla realizzazione di un parcheggio multifunzionale permeabile pari a mq. 40.774”; Comparto 4 “è un ambito pari a mq. 20.800 destinato alla realizzazione di un parcheggio multifunzionale permeabile pari a mq. 10.711”. Cioè consumeranno nuovo suolo.Così, sempre secondo il Masterplan, la superficie sulla quale va a incidere il progetto passa da 291.437 mq del PII a 479.373 mq. A questi poi, vanno aggiunti i 67.987 mq di trasformazione prevista per adeguamento viabilistico. Ma ancora non è finita: nel computo delle superfici lorde, per stessa ammissione dei proponenti, non sono calcolati “gli edifici con funzione di servizi tecnologici quali centrali energetiche o cabine di trasformazione che non costituiscono superficie lorda” e “eventuali superfici di pavimento con funzione di servizio pubblico o di uso pubblico”, come le piazze, i marciapiedi, ecc… Non a caso nel nostro articolo si parlava di “dimensioni che quadruplicano”..
A corto di parcheggi. Trasporti da rinforzare
Per il club, poi, saranno oltre 160.000 i mq aggiuntivi (cioè non previsti dal piano del 2021) di “verde fruibile”. Ma nel computo rientrano anche i “parcheggi verdi a raso e piste ciclabili”. Ovvero, un “non verde” certamente non fruibile, come si legge nel piano: “Per gli stalli auto si è adottata la logica di posizionare uno stallo verde ogni 5 stalli auto (…) e un’area verde di 3.00 m in testa e in coda ad ogni blocco di parcheggi”. Un altro dato fondamentale è che la richiesta di rettifica del Milan non nega quanto riportato circa la carenza strutturale di parcheggi. Che rammentiamo saranno (in base al dossier) solo il 24% dei “12.896 stalli per le auto e 4.942 per le moto” ritenuti necessari dal Soggetto proponente. E che saranno destinati solo ai tifosi “Vip”.
Così come non mette in dubbio quanto scritto circa le necessità di potenziare il trasporto pubblico locale, soprattutto il servizio di Trenord sulla S1, oggi ancorato a un treno ogni 30 minuti. Da dossier, la fermata di Melegnano dovrebbe ricevere “4.300 utenti nell’ora di massima affluenza in ingresso allo stadio e ca 9500 utenti nell’ora di massima affluenza in uscita”. Un mare di persone. E “considerando la portata complessiva della linea ferroviaria Milano-Melegnano all’orizzonte temporale di progetto (S1, S12 e servizi regionali) emerge, in via preliminare, l’opportunità di prefigurare uno rinforzo dei servizi, nello specifico della linea S12 Bovisa (Cormano in futuro) – Melegnano, pari a 2 treni/ora extra per direzione nell’ora di picco di arrivo allo stadio e 3 treni/ora extra durante il picco di uscita”. Un piano fattibile? Forse. Sicuramente i pendolari lombardi, alle prese con le croniche disfunzioni di Trenord, potrebbero avere qualcosa da ridire a riguardo, visto che la società regionale giustifica da anni le proprie inefficienze con mancanza di convogli e linee intasate.
Comune e Aspi pagano. Ma i proventi…
Ma forse sarebbero tutti i cittadini lombardi (e italiani) ad avere qualcosa da dire sulle spese previste per le opere infrastrutturali. Secondo il dossier “il progetto della viabilità può essere suddiviso, a seconda della loro funzione e dell’ente di competenza, in: Viabilità pubbliche, che sono o andranno in carico al comune di San Donato; Viabilità private, che rimarranno in carico al proponente; Viabilità autostradali, che verranno affidate ad Autostrade per l’Italia”. Sempre che Aspi accetti. Il piano, tra le altre cose, prevede tre nuovi svincoli, tre maxi-rotonde, due ponti ciclopedonali e innumerevoli interventi sulla viabilità locale. Opere che, per i proponenti, dovrebbero essere per la maggior parte a carico del Comune di San Donato o Aspi. Ma perché il pubblico dovrebbe investire cifre astronomiche per permettere ai clienti-tifosi del Milan di arrivare in auto allo stadio, per far arricchire le casse del Milan?
La replica del Mila all’anticipazione de La Notizia
In merito all’articolo pubblicato su La Notizia il 31 ottobre scorso dal titolo “Stadio del Milan a San Donato. Colata di Cemento e parcheggi per Vip”, l’AC Milan ha chiesto di precisare che l’informazione secondo cui “la superficie lorda complessiva del progetto nell’ambito della proposta di Variante Urbanistica sarebbe quadruplicato” non è veritiera, non trovando alcun fondamento nella documentazione depositata in Comune da SportLifeCity. Al riguardo, il Club ribadisce che i dati comunicati e presenti sul documento depositato (di cui gli allegati Comunicato Stampa e slide riportano le principali coordinate, con dati corretti e informazioni certe che non hanno subito in seguito alcuna variazione) affermano inequivocabilmente che: a livello di indici di sviluppo complessivi, a fronte dei 108mila m2 SL previsti dal P.I.I. approvato nel 2021, la richiesta di variante incide sugli stessi 108mila m2 SL, tutti localizzati nella stessa area originale denominata “San Francesco” di complessivi 300.000 mq. La nuova proposta comporta un aumento dell’area di intervento di 160.000mq nei quali non verranno costruiti edifici, bensì prevedono un parco fruibile al pubblico e dei servizi (parcheggi verdi a raso e piste ciclabili), che nel nuovo progetto presentato aumentano di quasi il triplo il totale di verde fruibile, che pertanto passerebbe da 80.000mq a 235.000 mq.