Il 2 novembre, giorno dei defunti, il nome di Silvio Berlusconi sarà iscritto nel Famedio del Cimitero monumentale, come deciso dal Comune di Milano. Sono stati, però, in circa 40mila a firmare la petizione, lanciata dalla Scuola di formazione “Antonino Caponnetto”, Not in my name, contro la decisione, ponendo “una fondamentale pregiudiziale etica e civica”.
La scuola Caponnetto ha raccolto 40mila firme contro la decisione del Comune di Milano di iscrivere il nome di Berlusconi nel Famedio
Nel testo dell’appello, infatti, si spiegava “che quando si conferiscono questi onori in nome di un popolo non può a nostro avviso essere ignorata. In questo caso essa scaturisce dal lungo elenco di vicende (non solo penali) che hanno notoriamente appannato il profilo del personaggio. Pensiamo solo che un’alta onorificenza civile chieda come fondamento un’altrettanta alta reputazione civico-morale. Questa condizione è esclusa nel caso di specie, per le ragioni a tutti note in Italia e all’estero. Perciò esprimiamo il nostro dissenso rispetto a questa decisione che mette in crisi il prestigio e il senso stesso del Famedio”.
L’appello lanciato da Sallusti sul Giornale a favore di Berlusconi si è rivelato invece un clamoroso fiasco
È risultata, invece, un clamoroso flop la contro-petizione lanciata da Alessandro Sallusti sul Giornale. Poche le firme raccolte. Nel suo articolo col quale lanciava la “controffensiva”, Sallusti ha indicato Federica Borrelli, figlia del giudice Francesco Saverio Borrelli, come organizzatrice della raccolta firme, attribuendole il movente di rancori personali e ha approfittato per lanciare accuse gravissime e gratuite all’operato del padre e a tutta la stagione di “Mani pulite”. Ma Federica Borrelli era solo una delle firmatarie dell’appello.