Quante volte da bambini ci siamo chiesti se l’uomo nero esisteva davvero. Secondo Laurie Strode, sorella di Michael Myers, protagonista della saga di Halloween, chi pensava di no sbagliava, perché invece c’è da crederci. Soprattutto oggi, 31 ottobre, festa di Halloween: la notte più lunga dell’anno per gli spiriti dell’oscurità, durante la quale il male si prende la rivincita sul bene. Certo, su questa storia abbiamo sentito parlare tante volte di “americanata”. Eppure la macabra vigilia di Ognissanti ha origini pagane e tutte europee, risalendo all’antica tradizione celtica, e in particolare alla festa d’autunno irlandese, detta anche di “Samhain”. L’etimologia della parola deriva dalla forma contratta di All Hallows’ Eve con “Hallow” che significa Santo. Da non confondere con Ognissanti che si dice invece All Hallows’ Day.
I celti si dedicavano a riti magici per propiziare il raccolto. Così è nata la Festa di Halloween poi caricata di aspetti esoterici
“Samhain” rappresentava il Capodanno celtico e il senso dell’evento risiedeva nella concezione del tempo, inteso come un cerchio suddiviso in cicli. Per i Celti, una popolazione costituita prevalentemente da pastori, la vita dipendeva dalla fertilità dei campi e dalla salute degli animali. Quindi i riti magici propiziatori erano parte integrante della quotidianità. Con il tempo l’aspetto più esoterico della ricorrenza ha preso il sopravvento. Si riteneva infatti che in quella notte sarebbero tornate sulla terra le anime dei morti e per questo divenne consolidata abitudine spaventare gli spiriti maligni con roghi appiccati sulle cime delle colline. Gli irlandesi inoltre, avevano anche altre usanze, come ad esempio svuotare rape e inciderle con il volto di un demone, per poi illuminarle dall’interno con una candela oppure accendere torce all’esterno delle abitazioni e lasciare cibo e latte per le anime dei defunti che, avrebbero reso visita ai propri familiari, affinché potessero rifocillarsi senza fare scherzi ai viventi.
Questa sarà la sera delle streghe. Un evento emigrato oltreoceano con la comunità irlandese
Ma come è arrivata poi la festa in America? Verso la metà del XIX secolo, in Irlanda ci fu una terribile carestia e in molti per sfuggire alla povertà decisero di lasciare l’isola e recarsi oltreoceano in cerca di ventura. Negli Stati Uniti la comunità irlandese si radicò bene, mantenendo nel tempo le sue tradizioni. Tra queste anche “Sahmain”, un’usanza particolarmente apprezzata dal popolo statunitense che nel tempo l’ha fatta propria. La rapa – gli irlandesi prima e gli americani poi – l’hanno sostituita con la zucca diventata il simbolo della festa di Halloween e il latte è stato soppiantato da cioccolato e caramelle che, hanno poi ispirato la nota domanda “Trick or treat” (dolcetto o scherzetto).
Oggi questa è una festa molto sentita in America, con numerose sfilate ed eventi a tema. Un’influenza che ha raggiunto anche l’Italia. Le prime testimonianze risalgono agli anni ’60, nelle traduzioni dei fumetti (primo fra tutti I Peanuts) ma, la vera “invasione” mascherata è cominciata a partire dalla metà degli anni ’90. La tradizione del Carnevale, un tempo preponderante nel nostro Paese, è stata completamente superata, in particolar modo negli ultimi anni, dalla festa di Halloween. Complici serie tv, film e social network da metà ottobre inizia la gara per chi vuole avere la maschera più paurosa e il vestito più originale. Un evento contagioso che coinvolge tutte le età. E forse, Joseph Conrad scrisse nella notte di Halloween la celebre frase “C’è qualcosa di inquietante nella luce della luna, ha tutta la mancanza di passione di un’anima senza corpo.”