Salvini fomenta la piazza. Così torna lo scontro di civiltà

Il vicepremier Matteo Salvini accusa di razzismo Amnesty International e viene sconfessato dall’erede della Fallaci.

Salvini fomenta la piazza. Così torna lo scontro di civiltà

All’ipocrisia di Matteo Salvini ci siamo abituati. In fondo è il ministro delle Infrastrutture eletto promettendo di abolire la legge Fornero, di fermare gli sbarchi, di rompere con l’Unione europea, di eliminare le accise sul carburante, di non ratificare il Mes (che tra poco il suo governo ratificherà) e altre decine di giuramenti traditi nel tempo di un soffio. Salvini è coerente solo con la sua incoerenza – spacciata per politica – che lo ha reso il re dei populisti di questi ultimi anni.

Il vicepremier Matteo Salvini accusa di razzismo Amnesty International e viene sconfessato dall’erede della Fallaci

Con la manifestazione che il leader leghista ha lanciato per il prossimo 4 novembre per “difendere l’Occidente” la sua azione compie un ulteriore salto di qualità passando allo sciacallaggio politico per fini elettorali. “Quella di sabato 4 novembre a Milano sarà una piazza aperta a tutti, pacifica, solare, con lo sguardo rivolto al futuro. Un’occasione per ribadire l’importanza delle libertà e della democrazia, della lotta al terrorismo, all’antisemitismo e al fanatismo islamista. Le conquiste e i diritti fondamentali che qualificano l’Occidente non possono essere messi in discussione. In un momento di gravi tensioni, l’Italia ha il dovere di rimarcare la propria collocazione fra i Paesi democratici e liberi”, ha scritto Salvini sui suoi social.

Certo, il lancio della manifestazione non è andato benissimo. Poche ore dopo l’annuncio del vice premier il primo schiaffo gli è arrivato da Edoardo Domenico Perazzi, erede universale di Oriana Fallaci nonché curatore del suo patrimonio materiale e immateriale, che non ha preso benissimo la strumentalizzazione dell’immagine della giornalista oltre ai morti sotto le bombe. Gli avvocati di Perazzi hanno scritto una nota in cui ricordano come “mai, per sua espressa volontà, la Signora Oriana Fallaci è stata associata nella sua vita direttamente o indirettamente a un partito o a un leader politico, avendo sempre rivendicato fermamente la propria indipendenza come elemento indispensabile per lo svolgimento della sua professione di giornalista e scrittrice”.

Dunque diventa “non opportuno” che “alcuna forza politica (di qualsiasi segno) utilizzi il nome e l’immagine di Oriana Fallaci per promuovere proprie iniziative, ciò ledendo la sua reputazione professionale”. Dubbi sull’opportunità di lucrare sulla guerra sono arrivati anche dagli alleati di maggioranza. La vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Augusta Montaruli, ha invitato a evitare “situazioni rischio” e il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè (Forza Italia) ha rincarato la dose: “Non si tratta di un errore, ma è solo una questione di opportunità. La preoccupazione è che andare in piazza in questo momento, inconsapevolmente, possa attirare elementi esagitati, fomentare chi non crede nei nostri valori e provocare forti contestazioni”. Entrambi sanno che il loro alleato vive proprio sul fomentare odio per spremerne voti.

La Lega prova a lucrare consensi persino sulla guerra. Malgrado i rischi del corteo pro Occidente di sabato

La Lega di Salvini del resto è diventata ciò che è aizzando gli sfinteri sui social contro un nemico al giorno. Il meccanismo de La bestia social era banalmente questo: additare un avversario per compattare l’elettorato. È la stessa molla con cui due giorni fa Salvini (condannato per i suoi cori razzisti contro i napoletani) ha avuto il coraggio di accusare di razzismo Amnesty Italia. Sarebbe interessante anche capire quali sarebbero i valori occidentali che Salvini si promette di difendere. A oggi il più grande pericolo dell’Occidente è senza dubbio il suo ex grande amico Vladimir Putin, il presidente russo che nel 2015 Salvini avrebbe voluto al posto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella (“Cedo due Mattarella per mezzo Putin”, scrisse).

Ma sarebbe utile capire se per “valori occidentali” Salvini intenda la visione della donna unicamente come produttrice di figli e nume tutelare della casa che il suo governo propina con forza, se intenda un valore occidentale ostacolare l’aborto in qualsiasi modo non potendolo abrogare, se intenda un valore occidentale l’oscurantismo di qualche Vannacci di turno che propaga a piene mani oppure se i valori occidentali che vorrebbe difendere sono le discriminazioni verso i cittadini stranieri e non bianchi. Stupisce anche che un ex ministro dell’Interno che si è auto proclamato il migliore in quel ruolo non sia in grado di comprendere una regola fondamentale: radunare migliaia di persone in piazza “contro” qualcuno significa esacerbare gli animi e solleticare estremismi che andrebbero gestiti con intelligenza.

È lo stesso motivo per cui il ministro alla Difesa Guido Crosetto ha deciso di ridimensionare gli eventi per la Festa delle forze armate e per cui a Parigi hanno deciso di cancellare gli Mtv European Music Awards. Una cosa è certa e va ripetuta allo sfinimento: peggio dei miasmi della guerra c’è solo l’empietà di chi la usa per arricchirsi economicamente e elettoralmente. A Salvini – e ad altri come lui – non interessa nulla né degli israeliani né dei palestinesi. Il conflitto è solo la leva per sollevare la propria propaganda, aggiustandola alla bisogna. Ognuno del resto usa l’etica che ha.