Bella roba fare la guerra a una manifestazione per la pace. Ma da un partito come il Pd ci si deve aspettare di tutto, e ieri l’assenza agli eventi per il cessate il fuoco a Gaza ha confermato l’ambiguità di questa forza politica, dove la base è largamente contro le armi e per i diritti dei lavoratori, mentre a molti dirigenti interessa solo il potere, a partire dal proprio, e per questo non ci pensano un attimo a piegarsi ai governi innamorati delle soluzioni militari nei conflitti, alle lobby armate e finanziarie, e ai soliti padroni.
Facciamocene dunque una ragione e pensiamo invece a quello che c’è di buono anche nel nostro Paese, sperando che la tentazione di campi larghi e accordi della disperazione per arginare le destre non mischino ancora gli opportunisti e i portatori di valori universali, con in testa il rispetto dell’uomo e della sua dignità, che sia in Italia, in Ucraina o in Palestina. In un’epoca in cui destra e sinistra sono categorie generiche, sostituite da consorterie e club familiari, è questa la vera discriminante della politica, che mette da una parte gli egoismi e i garantiti dal sistema, pronti a difendersi anche col cannone, e dall’altra gli inclusivi, la povera gente e i visionari di un mondo migliore.
Utopisti, se li guardiamo con le lenti di chi semina sfruttamento e orrore, ma in fin dei conti più coraggiosi di chi sta alla finestra mentre il pianeta brucia. E più generosi di chi con le guerre in qualche modo ci guadagna, tipo i sedicenti riformisti per cui si deve aumentare la spesa in armamenti piuttosto che in sanità, stipendi e pensioni.