La guerra alle toghe rischia di costare cara al quotidiano il Riformista, di cui è direttore (ma non responsabile) il senatore e leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Noto in verità alle cronache anche per altre questioni che esulano dalla sua attività politica e pure da quella di novello giornalista. Dal caso Consip, alle conferenze in Arabia Saudita al fianco dell’amico Mohammed bin Salman all’incontro in Autogrill con l’ex 007 Marco Mancini. L’ultimo guaio per la testata guidata dall’ex premier arriva sotto forma di “indiscrezione”: un breve trafiletto di una manciata di battute, non firmato e senza indicazione di alcuna fonte, con una notizia che riguarda proprio un magistrato. “Si vocifera che il magistrato veneziano, ex presidente dell’Anm (Associazione nazionale magistrati), Eugenio Albamonte sarà candidato alle prossime elezioni europee. Pare, si vocifera, dal Partito democratico di Elly Schlein”.
Il Riformista insinua che l’ex presidente dell’Anm Eugenio Albamonte sarà candidato all’europee con il Pd. Il legale del pm accusa: danno alla sua credibilità
L’articoletto pubblicato ieri, pronosticando con malizia (“niente di nuovo sotto questo cielo”) un prossimo impegno in politica del sostituto procuratore di Roma, segretario di Area (la maggiore corrente progressista della magistratura), non è passato inosservato al diretto interessato. Tanto che, “di nuovo”, qualcosa c’è già. “Si tratta – spiega l’Avvocato Paolo Galdieri con una nota – di una notizia completamente inventata e priva di ogni riscontro, la cui diffusione finisce per incrinare la credibilità pubblica del Dr. Albamonte in questa fase di serrato confronto tra magistratura e politica sulle riforme della giustizia e di aggressione politica e mediatica ai magistrati autori di provvedimenti sgraditi dal Governo. Si vuole che le posizioni critiche da lui espresse, a nome di parti significativamente numerose della magistratura, vengano percepite in modo strumentale ad una inesistente candidatura politica piuttosto che essere frutto di un dissenso basato sui principi di diritto costituzionale e sopranazionale”.
Per queste ragioni – conclude – “ho ricevuto mandato dal Dr. Albamonte di proporre querela nei confronti del Direttore responsabile del quotidiano, dell’ignoto estensore del pezzo qualora identificato e di chiunque altro rilancerà o diffonderà la notizia falsa”. Dunque, un’insinuazione, più che “un’indiscrezione” che l’interessato – attraverso una nota del suo legale – smentisce annunciando querela, riconducendola a un tentativo di delegittimare una delle voci più critiche nei confronti della politica giudiziaria dell’attuale governo, e in particolare, da ultimo, dell’intimidazione dei giudici portata avanti nella vicenda Apostolico. D’altra parte, Renzi e Albamonte se le erano già date di santa ragione poche settimane fa. Quando in un’intervista a La Stampa Albamonte definì Renzi “ubriaco di maggioritarismo”.
L’ex premier Renzi sta sereno. In caso di condanna sarà il direttore responsabile Ruggieri a pagare
Scatenando la penna al vetriolo del leader di Italia Viva proprio sulle colonne del suo Riformista: “Sinceramente non so se sia normale che un magistrato possa rivolgersi a un parlamentare dandogli dell’ubriaco. Se un politico dicesse di un magistrato che è ubriaco, a qualunque ubriachezza si riferisse, sarebbe immediatamente posto sotto processo”. Penultimo capitolo di uno scontro, insomma, che sembra destinato a continuare. Stavolta a colpi di carte bollate. Una materia, del resto, che l’ex premier padroneggia a dovere vista la mole di querele da lui presentate contro giornalisti e giornali. Ma stavolta che a subirla è il suo giornale, Renzi potrà comunque dormire sonni tranquilli, In caso di condanna non sarà lui a pagare. Ma il direttore responsabile, l’ex parlamentare FI, Andrea Ruggieri.