La stretta sulle pensioni anticipate è innegabile. Il superamento della riforma Fornero, per il 2024, resta un’utopia e, anzi, l’uscita dal lavoro in anticipo non solo è più complicata, ma prevede anche un taglio dell’importo: la penalizzazione è fino al 4% dell’assegno con la nuova Quota 104.
Ma la stretta sulle pensioni non riguarda solo il nuovo sistema di quote, considerando che si introducono condizioni peggiori per la rivalutazione degli assegni e anche per l’uscita dal lavoro con l’Ape sociale e l’Opzione donna. Ma la novità principale è la penalizzazione per chi sceglie la Quota 104: come funziona e quanto si perde?
Quanto viene tagliata la pensione con la Quota 104
Nel 2024 si potrà accedere alla pensione anticipata con la Quota 104, ovvero con 63 anni di età e 41 di contributi. Un anno in più di età rispetto alle regole della Quota 103 in vigore per il 2023 (che ha avuto pochissime adesioni). Potrà andare in pensione chi è nato almeno nel 1961 e ha iniziato a lavorare dal 1983, senza buchi contributivi.
La stretta non riguarda solo i requisiti, ma anche l’importo, con un taglio dell’assegno. Se si esce a 63 anni dal lavoro, con quattro anni di anticipo rispetto ai criteri per la pensione di vecchiaia, la riduzione è di circa il 4% sull’importo complessivo.
La riduzione riguarda la quota retributiva, circa un terzo del totale in media: è basata sul rapporto tra il coefficiente di trasformazione per l’età di uscita e quello dell’età di vecchiaia, che è di circa il 12% con quattro anni di anticipo. Quindi, per esempio, su una pensione da 2.500 euro lordi se ne perdono circa 100 al mese.
L’altra limitazione riguarda le finestre per l’uscita, che diventano più lunghe con la Quota 104: si passa da tre a sei mesi per il lavoro privato e da sei a nove mesi per il pubblico.
Il malcontento di Forza Italia e Lega
Le nuove norme sul pensionamento non piacciono nella maggioranza: né a Forza Italia né, soprattutto, alla Lega. Entrambi sperano in modifiche. Gli azzurri puntano ad aumentare le minime durante la discussione in Parlamento (ma non sembra esserci margine) e a introdurre requisiti meno stringenti su Opzione donna.
Ben più battagliera sembra la Lega, con Matteo Salvini che proprio non ha digerito la Quota 104, l’esatto opposto di ciò in cui sperava lui parlando da più di un anno della Quota 41. Non gli piace non solo il fatto che i requisiti siano più stringenti, ma anche la penalizzazione e l’allungamento delle finestre. La Lega promette battaglia, ma Mef e Palazzo Chigi per ora non offrono margini di trattativa.