Nessun ripensamento. Dopo un periodo di stallo, riprende l’iter per la costruzione del termovalorizzatore di Santa Palomba. Il progetto per l’impianto è pronto: i consiglieri d’amministrazione di Acea e quelli della controllata Acea Ambiente hanno concordato e messo a punto gli ultimi aspetti rimasti in sospeso. Il che vuol dire che è stata approvata la proposta rimodulata del progetto Wte per il termovalorizzatore di Santa Palomba, ora pronto per essere inviato al Campidoglio. Da definire erano rimasti solamente alcuni aspetti tecnici ed economici. Per quanto riguarda gli aspetti economici è già noto che l’investimento è aumentato rispetto a quello inizialmente preventivato, come ammesso proprio dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
Ridefiniti i dettagli tecnici ed economici dell’impianto previsto a Roma da Gualtieri. Con sorpresa sul prezzo del termovalorizzatore
Si è saliti ben oltre i 700 milioni di euro immaginati e riportati da diversi organi di stampa nelle scorse settimane. La cifra è “significativamente superiore”, ha ammesso il sindaco spiegando che bisogna considerare anche altri impianti complementari come quello per la cattura della Co2. L’accordo sul progetto ha riguardato anche il canone di conferimento dei rifiuti, con una trattativa che aveva l’obiettivo di trovare un prezzo che permettesse di evitare l’aumento della tariffa dei rifiuti per i cittadini romani. L’intesa prevede che committente e proprietario del sito sia sempre il Comune di Roma, mentre il privato avrà il compito di costruire l’impianto e gestirlo in concessione. Il Campidoglio ha fatto trapelare soddisfazione, sottolinea che ora si può andare “avanti velocemente secondo l’iter previsto dalle partnership pubblico-private”.
A metà novembre è attesa la messa a gara. Serviranno, secondo le stime fornite precedentemente dal Campidoglio, tra le due e le tre settimane. Poi è previsto un tempo tecnico di circa tre mesi, più altri per la presentazione del progetto definitivo e la partecipazione al bando di gara. La speranza, per Gualtieri, è che entro il 2024 possano essere inaugurati i cantieri per poi arrivare, entro la fine del 2026, a mettere in moto la prima linea dell’impianto, trattando così 600mila tonnellate di rifiuti indifferenziati l’anno.
Il sindaco di Roma spera che i cantieri siano avviati l’anno prossimo per accendere l’impianto dal 2026
L’approvazione del progetto da parte di Acea riaccende lo scontro sul termovalorizzatore. Il Comitato No Inceneritore chiede di fare “piena luce” sull’impianto e sulle procedure, su cui non si sa praticamente nulla. Il Comitato NoInc ha anche scritto all’Autorità anticorruzione, l’Anac, lamentando che l’aumento dei costi mostra come il piano non sarà un affare per Roma. Sul tema dei rifiuti si apre anche un altro fronte, riguardante Malagrotta. Il consigliere del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della commissione Ambiente in Campidoglio, Daniele Diaco, spiega di aver presentato un’interrogazione sulla situazione della discarica, citando “indiscrezioni a mezzo stampa” che “narrano di come questa amministrazione, resasi conto che si andrà alle calende greche per la costruzione dell’inceneritore, abbia già pronta l’exit strategy: ‘sfilare’ e ristrutturare il gassificatore di Manlio Cerroni per compensare i costi del capping”.
Diaco, insieme al capogruppo pentastellato in XII Municipio, Lorenzo Di Russo, sottolinea che l’idea sarebbe “quella folle di riaccendere Malagrotta”. E, prosegue, la “confisca del gassificatore di Malagrotta di proprietà di Manlio Cerroni, ma di fatto sotto amministrazione giudiziaria, pare a Gualtieri e ai suoi la via ottimale per rispettare i tempi del Giubileo, ma questo significa ridare nuova vita alla discarica più grande e più inquinata d’Europa”. Un nuovo fronte su cui rischia di aumentare il malcontento di chi si oppone alla gestione dei rifiuti della giunta Gualtieri.