Vincenzo De Luca è certo che fra due anni quando si voterà in Campania ci avrà pensato il tempo a fare giustizia del Pd che oserebbe negargli la ricandidatura. E figurarsi Elly Schlein di cui per l’epoca nessuno ricorderà neppure il nome come fa intendere lui che mettendosi un pezzo avanti intanto ha cominciato a chiamarla Elena. Ma se le regionali all’ombra del Vesuvio sono lontane c’è già chi ci lavora ventre a terra e non solo l’attuale governatore che, alle prese con un partito di “anime morte”, “idioti”, “nullità” e “lumachelle” ha minacciato di fare da solo: intanto l’altro giorno ha sondato il terreno con gli “amici” del M5S e pure con Calenda e Renzi chiamandoli a una comune lotta di coalizione o meglio a lavorare per farsi trovare pronti alla pugna contro lo sfidante del centrodestra di Fratelli d’Italia che in Campania fa segnare numeri mai visti.
Quattro meloniani in corsa per la Regione Campania. Se la giocano Sangiuliano, Cirielli, Rastrelli e Bocchino
Solo a Napoli, il principale bacino elettorale della regione assieme a Caserta, gli iscritti sono quadruplicati in pochi mesi mettendo in ombra Forza Italia che però non molla né rinuncia all’idea di poter esprimere il candidato alla presidenza. “La Campania è il fiore all’occhiello per il nostro movimento politico. Ho anche l’onore di essere il vostro rappresentante in Parlamento essendo stato il capolista in regione” ha detto Antonio Tajani con parole che suonano come un’investitura a beneficio dell’europarlamentare nonché commissario regionale del partito Fulvio Martusciello che vive una nuova giovinezza politica: inaugura sedi come se non ci fosse un domani e soprattutto ha ottenuto che si svolgesse a Paestum (mica in Brianza) il giorno del ricordo, il Berlusconi day finanziato, senza badare a spese, dai gruppi di Camera e Senato.
Ma l’avversario più temibile per De Luca (oltre al “suo” Pd che potrebbe preferirgli un candidato frutto dell’accordo con il M5S) non è Forza Italia quanto il partito di Giorgia Meloni intenzionato a opzionare la presidenza della Campania per uno dei suoi che già fanno a gara: il viceministro degli Esteri nonché ex presidente della provincia di Salerno Edmondo Cirielli vuol giocarsela e conta sull’appoggio di Francesco Lollobrigida che ha portato la scorsa settimana in tour nel salernitano tra gli agricoltori della Piana del Sele e i pescatori di Cetara.
Fratelli d’Italia vuole per sé il prossimo governatore campano. Con buona pace di Forza Italia
Ma in spolvero c’è soprattutto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che sta battendo la regione palmo a palmo: ieri a San Cipriano Picentino ha inaugurato un nuovo cinema la cui realizzazione è stata finanziata dal ministero mentre in mattinata si è spinto fino a Nocera inferiore, sempre nel salernitano, per partecipare al forum regionale dei giovani (presente anche Cirielli) e magnificare la beltà della domus Nuceria Alfaterna con annesso battistero paleocristiano. Ché la Campania è bella tutta: “Qui abbiamo il mondo greco, il mondo romano, la Campania felix, poi abbiamo le presenze dei longobardi, abbiamo avuto le presenze dei normanni. Amo questa terra, sono orgoglioso di essere figlio di questa regione. E quando vengo quasi additato come se commettessi un delitto di amare la Campania, allora io commetto il delitto di amare la mia regione e di lavorare pezzo per pezzo per la mia regione”.
Ma se in politica i simboli hanno ancora senso, la scelta naturale sarebbe quella di preferire ai due “litiganti” Cirielli e Sangiuliano, Sergio Rastrelli senatore di Fratelli e figlio d’arte: suo padre Antonio fu presidente della regione prima che iniziasse l’era Bassolino. è tutto? Non proprio. Per “scialare” con le suggestioni c’è pure un quarto uomo: il direttore del Secolo d’Italia Italo Bocchino.