Annamaria Cancellieri ora è pronta a fare un passo indietro. “Se il Paese me lo chiederà farò un passo indietro”, l’annuncio è arrivato nel corso della conferenza stampa a Strasburgo. Il Guardasigilli si difende e passa al contrattacco: “Non mi sono mai occupata di scarcerazione, è una falsità, non ho mai fatto nulla che non sia un mio preciso compito: non è mai successo che il Dap intervenisse per una scarcerazione. Chi dice questo è falso, bugiardo e ignorante. Non mi sarei mai permessa di intervenire sulla magistratura”.
Finita al centro delle polemiche per la scarcerazione di Giulia Ligresti il ministro sta provando a tirarsi fuori dal vortice: “Non ho mai negato di essere molto amica di Antonino Ligresti da 30 anni, è un amico di famiglia. Le altre possono essere conoscenze più o meno approfondite. E questa è una prima cosa da chiarire. C’è poi un’altra cosa da chiarire: è mai successo qualcosa in tanti anni della mia vita per cui si possa dire che sia venuta meno ai miei compiti per un mio amico? Non lo farei per un amico, neppure per un amico fraterno o per un fratello. Guardiamo ai fatti: per quelli voglio essere valutata, non per le ombre”.
E l’appuntamento è per domani in Aula, prima al Senato e poi alla Camera. “Domani replicherò punto su punto ad accuse false, a me interessa solo che la verità emerga, poi se la politica fa la sua strade la faccia, ma non strumentalizzando me”. “Non sarò mai un ministro dimezzato – ha spiegato – Devo affrontare temi delicatissimi, o lo potrò fare nel pieno delle mie funzioni o se ne cerchino un altro”.
Sul caso Ligresti c’è da registrare anche l’intervento di Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, “A me non piacciono le ipocrisie e non conosco la vicenda giudiziaria dei Ligresti ma c’era una persona che non poteva stare in carcere per motivi di salute. E questo è gravissimo. Se è stato necessario l’intervento del ministro Cancellieri non è lei che deve essere messa sotto accusa ma il sistema carcerario, la detenzione preventiva, i giudici. Giulia Ligresti è ricca e dunque, in nome dell’ uguaglianza, dobbiamo lasciarla morire in carcere? La morte di mio fratello merita ben altra riflessione”.