L’Italia è tra i Paesi europei in cui le famiglie hanno più difficoltà ad arrivare a fine mese. Il dato è allarmante, soprattutto se confrontato alla media Ue: in Italia le famiglie a rischio povertà e che faticano ad arrivare a fine mese sono il 63%, contro il 45,5% che si registra mediamente nell’Unione.
Le cifre vengono fornite dalla prima indagine di Eurostat sulle condizioni di vita in Europa ed evidenziano come l’Italia sia lontanissima dagli altri Paesi grandi e industrializzati.
Nel 2022 il rischio povertà riguarda meno di un quarto delle famiglie in Germania, Svezia e Paesi Bassi. Ma l’Italia fa peggio anche di Francia, Spagna e persino Polonia e Portogallo. Peggio va alla Bulgaria (che supera l’80%) e alla Grecia (addirittura quasi al 90%).
Povertà, la crisi e i problemi dell’Italia
Per quanto riguarda l’Italia, il 6,9% delle famiglie segnala “grandi difficoltà”, il 15,4% parla genericamente di “difficoltà” mentre per il 41,7% c’è “qualche difficoltà” da affrontare per arrivare a fine mese.
Le due cause principali riguardano il lavoro e i figli. A dimostrarlo c’è, per esempio, il dato sull’intensità lavorativa molto bassa: per la media Ue vive in famiglie con questa caratteristiche il 7,7% delle persone tra i 18 e i 64 anni. Per i cittadini italiani questo dato si alza all’11%: è in assoluto il peggiore in Ue.
Per quanto riguarda la povertà, in Italia riguarda il 24,2% delle famiglie contro il 21,6% della media Ue. E a rischio povertà ed esclusione ci sono il 26% delle donne e il 22% degli uomini in Italia: in Ue la media scende al 22,7% per le donne e al 20,4% per gli uomini.
In Italia va meglio della media Ue solamente per i casi di deprivazione grave e per le persone che si dichiarano in buona salute. Eppure anche sulla sanità la situazione è catastrofica: la quota della popolazione italiana che non riesce a fare visite mediche supera la media europea, soprattutto al Mezzogiorno.