La fuga in avanti di Chiara Gribaudo, deputata cuneese e vicepresidente del Pd, che ormai da un mese dalle pagine di diversi giornali – da Repubblica al Corriere della Sera, dalla Stampa al Fatto quotidiano – si è autocandidata alla guida del Piemonte per le Regionali che si terranno il prossimo anno, disturba tanti nel suo partito e non scalda i cuori del M5S.
Una nota stringatissima della coordinatrice regionale dei pentastellati in Piemonte, Sarah Disabato, rende l’idea del sentiment che corre sull’autocandidatura della Gribaudo: “Il Movimento 5 Stelle ha sempre dimostrato – dice Disabato – di mettere al primo posto i programmi ed i progetti, chi pensa si tratti di una questione di nomi è totalmente fuori strada. Quella all’interno del Pd è una dinamica in cui non vogliamo entrare”.
Insomma il refrain della forza politica guidata da Giuseppe Conte non cambia: prima i programmi, poi i nomi. Che era quello che veniva ripetuto in ogni occasione alle Regionali del Lazio, che poi sappiamo come sono andate a finire: ognuno per la sua strada.
Piemonte, Gribaudo tira dritto
Ieri Gribaudo e l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino si sono ritrovate a confrontarsi sul salario minimo alla Festa di Sinistra italiana. Ma nulla di più. I Cinque Stelle non saranno presenti all’assemblea pubblica organizzata per oggi dalla Gribaudo con esponenti della società civile e politica della Regione.
E non si siederanno al tavolo per il programma del centrosinistra che partirà la prossima settimana e che sarà coordinato dall’ex europarlamentare del Pd, Daniele Viotti. Nei prossimi giorni il Movimento avvierà la sua fase programmatica a testimonianza che ogni forza politica farà un percorso autonomo.
L’imbarazzo del Pd
Che poi, dicevamo sopra, anche la situazione all’interno dei dem è in fieri e non c’è nulla di scontato sul nome della vice di Elly Schlein. In Piemonte da tempo il candidato in pectore pareva fosse Daniele Valle, vice presidente del Consiglio Regionale e al congresso in campo con Stefano Bonaccini. Insomma la solita guerra tra correnti che dilania il Pd. E che probabilmente a dirimerla serviranno le primarie.
Intervistato dalla Stampa, Valle ripete sulla disponibilità della Gribaudo il mantra dei Cinque Stelle: “Se dobbiamo costruire un quadro di alleanze il più largo possibile non dobbiamo partire dai nomi ma dai contenuti”. Ma è chiaro che questa volta il mantra – servono idee, non nomi – esprime il fastidio per una candidatura che va a intralciare la sua.
Gribaduo da parte sua è convinta di potere sedurre i Cinque Stelle. “In Piemonte – ha dichiarato al Fatto quotidiano – ci sono dirigenti di primo piano, in Regione l’opposizione è stata fatta insieme da Pd e M5s, c’è Chiara Appendino, con la quale farò un’iniziativa stasera (ieri, ndr). Con lei abbiamo fatto tante battaglie comuni in Parlamento, dal salario minino ai mediatori culturali. Dobbiamo essere noi, delle nuove generazioni, a mettere in piedi un laboratorio politico nuovo, andando anche oltre la sinistra del passato che qui ha governato. Mentre Cirio fa finta di essere moderato, contribuisce alle battaglie contro la 194 e alla cacciata di Christian Greco dal Museo Egizio. Non capisco perché non possiamo metterci d’accordo, come in altre Regioni”.
Ma proprio il Corriere della Sera qualche giorno fa ricordava i giudizi malevoli che la deputata cuneese aveva formulato in passato su Appendino: dalle ordinanze “folli e reazionarie” fino ad affibbiarle l’etichetta di “pericolosa”. Non scalda i cuori del M5S neanche Valle legato a doppio filo al sindaco Stefano Lo Russo, nemico giurato sempre dell’Appendino. E no, il campo largo in Piemonte non è affatto scontato. Soprattutto se a decidere il nome del candidato sarà il Pd.