Ma la Meloni non doveva bloccare l’Africa e inseguire gli scafisti per il globo terraqueo? E non aveva elaborato il Piano Mattei per fermare le migrazioni di tutto il mondo? Com’è finita?
Ilde Morini
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Gentile lettrice, è finita che Enrico Mattei si rigira nella tomba per l’uso del suo nome, mentre il globo terraqueo attende di avvistare la Meloni su tutti i mari, non si sa se per accoglierla con canti e danze o per adire la via del pernacchio, ma non avrei dubbi. Per essere seri, è finita che la più grande premier di tutti i tempi ha rimediato una figuraccia cosmica. Lei ricorderà che si recò a Tunisi insieme all’amica Ursula per stringere un patto epocale. L’idea era molto, molto originale: pagare la Tunisia per non far partire i migranti dalle sue coste. Stampa e tv italiane magnificarono “l’accordo di Cartagine”. Tutto a posto? No. Il 6 ottobre da Bruxelles arriva alla Banca centrale tunisina un bonifico da 60 milioni, una miseria, visto che la Turchia per la stessa cosa incassa oltre 3 miliardi dall’Ue. Ma non basta: i 60 milioni, spacciati come anticipo sul contratto anti migranti, in realtà sono i fondi che l’Ue aveva promesso e mai versato a Tunisi come aiuti post pandemia. Il presidente tunisino Saïed si vede raggirato e manda indietro il denaro, dichiarando: “Non accettiamo elemosine e non facciamo i carcerieri per l’Europa” e notificando la nullità dell’accordo sottoscritto con le due fanciulle giulive che giocavano a fare le grandi statiste. E così Il Piano Mattei, che già era una fesseria di suo, si disintegra e ora alla premier non rimane che fare il blocco del globo terraqueo.
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