Le Lettere

Gaza e la strage contesa

Sono indignata per la strage all’ospedale di Gaza, ma Israele dice che è stato un missile fuori controllo di Hamas e stampa e tv parlano di “accuse incrociate”. A chi credere?
Maria Liberti
via email

Gentile lettrice, quando si legge “scambio di accuse”, “rimpallo di accuse”, ecc. di solito gatta ci cova, perché sono formule tipiche per nascondere le vere responsabilità, già viste con la distruzione dei Nord Stream e le bombe sulla centrale di Zaporizhia, attribuite ai russi masochisti. Per l’ospedale di Gaza il margine di dubbio è minimo. La “prova” fornita dagli israeliani sembra vera come la favola di Biancaneve: un presunto dialogo intercettato tra due membri di Hamas: “La bomba era nostra, l’abbiamo sparata dal campo vicino all’ospedale”. “Ma davvero?” “Sì”. Invece è certo che subito dopo l’esplosione un portavoce di Netanyahu, Hananya Naftali, ha scritto su X: “Abbiamo colpito una base di terroristi in un ospedale di Gaza”, testo poi cancellato. Due giorni prima Tsal, l’esercito, aveva intimato agli ospedali di Gaza di trasferire i pazienti altrove, al fine di colpire le “basi di terroristi”. Essendo la richiesta impossibile da esaudire (e anche contraria al diritto di guerra), è probabilissimo che qualcuno, governo o militari, abbia deciso di svuotare l’ospedale a modo suo, contando sull’impunità di Israele. Rimane l’eco di “uno dei più efferati crimini di guerra dei tempi moderni”, come ha detto il siriano Assad, mentre il Medio Oriente si incendia e rischia un’escalation micidiale. Comunque vada, Israele e Usa faranno fatica a smaltire un tale rovescio d’immagine, checché ne dicano stampa e tv.

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