La premier Giorgia Meloni e il ministro della Salute, Orazio Schillaci, continuano a decantare i tre miliardi di stanziamenti in Manovra per la Sanità per il 2024. “Mi corre l’obbligo di segnalare che, con i quasi 136 miliardi di euro che raggiunge quest’anno il Fondo sanitario nazionale, noi raggiungiamo il più alto investimento mai previsto per la sanità; cioè noi quest’anno mettiamo quasi 136 miliardi”, ha dichiarato in conferenza stampa Meloni.
Per Meloni il Fondo sanitario non aveva mai visto tanti soldi. La cifra però non calcola l’inflazione
Ma le opposizioni continuano a denunciare che sulla salute il governo ha tagliato. Chi ha ragione? Ci aiuta un fact-checking di Pagella Politica. È vero: in valori assoluti la cifra di 136 miliardi è la più alta mai raggiunta in Italia, ma bisogna fare almeno un paio di osservazioni. Innanzitutto va chiarito che il Fondo sanitario nazionale è una delle voci della spesa sanitaria, che comprende anche altre fonti. In secondo luogo va detto che le cifre indicate dalla premier non tengono conto dell’inflazione, aumentata a settembre di oltre il 5 per cento rispetto a un anno prima.
Conte: “Quei 3 miliardi in più equivalgono a dei bruscolini”
A parlare chiaro ci sono poi i numeri della Nadef. Che ha previsto che tra il 2023 e il 2026 ci sarà un calo della spesa sanitaria in rapporto al Pil: questo indicatore passerà infatti dal 6,6 per cento di quest’anno al 6,1 per cento del 2026, nonostante l’aumento delle risorse. Il leader del M5S parla di gioco delle tre carte sulla sanità e di grande bluff. “Non puoi calcolare 3 miliardi in più e una spesa storica aumentata, perché la spesa sanitaria aumenta ogni anno, quindi va messa in proporzione rispetto all’incremento del Pil e rispetto all’incremento del Pil abbiamo tecnicamente un definanziamento, mentre noi eravamo arrivati a soglie record per quanto riguarda l’era Covid. Adesso invece, di fatto, si investe meno in sanità, quindi con i costi che aumentano quei 3 miliardi in più equivalgono a dei bruscolini”, dice Giuseppe Conte.
I medici non ci cascano e bocciano su tutta la linea la Manovra
I medici intanto bocciano su tutta la linea la Manovra. Non è chiedendo “più ore a un personale stremato da una carenza di organico drammatica e un peggioramento senza precedenti delle condizioni lavorative” che si abbattono le liste d’attesa del servizio sanitario nazionale. È quanto afferma Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed, sindacato più rappresentativo dei medici del servizio sanitario. All’appello, denuncia, mancano 15.000 medici.