La grande ambizione del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sulle privatizzazioni è destinata a trasformarsi in cocenti delusioni. La speranza di racimolare in tre anni 20 miliardi di euro è quasi impossibile da realizzare e sembra più un tentativo di tranquillizzare i creditori che non un reale piano di riforma. Basti pensare a quanto l’Italia ha raccolto, negli anni Duemila, dalle privatizzazioni: cifre molte più basse e, peraltro, trovandosi oggi ad avere molte meno aziende da dismettere.
iorgetti si incarta quando gli si chiede conto in conferenza stampa di questa previsione: risponde facendo riferimento a un “programma ambizioso, di grandi aggregati che richiedono procedure anche complicate con passaggi tecnico-procedurali per arrivare al risultato, ma anche di altre realtà con minori problemi”. Meglio parlare, quindi, di obiettivi più concreti sul tema. Due soltanto, però, al momento: Banca Monte dei Paschi di Siena e Ita. Per il ministro in questi due casi l’obiettivo può essere raggiunto nel 2024. Su Mps dice, con convinzione, che il prossimo sarà l’anno buono per la cessione delle quote detenute dallo Stato.
Privatizzazioni nel 2024, la strada è ancora in salita
Il Tesoro è il primo azionista con il 64,2% di Mps. Nei giorni scorsi ha annunciato l’avvio del processo di selezione per individuare dei consulenti finanziari e legali che dovranno trovare “le migliori modalità di dismissione” della partecipazione della banca. Diverse, a oggi, le opzioni sul tavolo: si parla di una fusione con un altro istituto, di un’offerta pubblica ai risparmiatori in una o più fasi e anche della vendita delle quote a investitori istituzionali. In ogni caso si chiuderà entro il 2024, per Giorgetti.
E lo stesso potrebbe accadere per Ita Airways: “Un risultato storico dopo 30 anni di vane discussioni mediatiche”. Al momento siamo ancora nella fase di discussione della pre-notifica dell’Ue, ammette Giorgetti, aggiungendo: “Spero che entro fine ottobre finalmente la notifica formale possa essere depositata e le centinaia di richieste legittime che ha fatto la Dg Competition possano darci la possibilità di finalizzare l’operazione”.
L’accordo con Lufthansa prevede la cessione del 41% della compagnia aerea con un aumento di capitale da 325 milioni di euro e l’opzione di acquisire le azioni restanti in un secondo momento: l’obiettivo dei tedeschi è di controllare il 100% dell’azienda. In ogni caso, con la notifica formale, questi 325 milioni finirebbero nelle casse del vettore e non dello Stato. E, soprattutto, l’obiettivo dei 20 miliardi in tre anni per le privatizzazioni resta lontanissimo, considerando che nessun’altra discussione sulle dismissioni – a parte Mps e Ita – è stata avviata.