Sembra non esserci spazio da nessuna parte per il pensiero che fu nel nostro Paese di Primo Mazzolari, sacerdote che dovette sfuggire dai nazisti e dalla Chiesa di Pio XII prima di essere accolto da Papa Roncalli. Non siamo più nemmeno il Paese di Aldo Capitini, intellettuale e filosofo liberale, laico, perugino, organizzatore della prima marcia della Pace tra Perugia e Assisi che portò per primo in Italia la figura di Gandhi.
Gino Strada diceva di essere “contro la guerra perché la guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”
Siamo stati la terra di Danilo Dolci, processato per sovversivismo e difeso da Piero Calamandrei con un’arringa che andrebbe riletta oggi, mentre l’accusa di sovversivismo vergognosamente sopravvive nelle penne di qualche opinionista, di qualche politico e di qualche editorialista. Siamo stati il Paese di Lucio Lombardo Radice, matematico, regista, militante del Pci, partigiano, che portò il partito a marciare per la pace.
Ieri il segretario della Difesa USA ha detto che “Hamas non è il popolo palestinese” e che “non pensa che il popolo dovrebbe pagarne il prezzo”. Sui nostri giornali (quelli che sputano sondaggi in cui appoggiare la Palestina significa appoggiare i terroristi) finirebbe per essere considerato un “amico di Hamas”, aggiunto alle liste di proscrizione.
Il popolo palestinese non è Hamas come (per fortuna) gli israeliani non sono Netanyahu e il popolo russo non è Putin (a differenza del passato di alcuni leader di partito) e gli ucraini non sono Zelensky. Chi confonde un popolo con il suo governo dandolo in pasto ai suoi errori e alle sue atrocità è un sobillatore. Gino Strada diceva di essere “contro la guerra perché la guerra non si può umanizzare, si può solo abolire” perché “ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi”. Conviene ripeterlo, anche se non sta bene a molti.