La guerra tra Israele e Palestina continua dopo una settimana di attacchi terribili da una parte e dall’altra. Il rischio reale e serio è quello di una catastrofe umanitaria. Intanto, la minaccia dell’Iran nei confronti di Israele si fa più insistente.
La guerra tra Israele e Palestina si aggrava
La guerra tra Israele e Palestina prosegue e lo scenario da entrambi fronti diventa sempre più terribile. Nella notte Israele ha attaccato con raid importante sulla Striscia di Gaza. Secondo media palestinesi si registrano “numerose vittime” con la costa “presa di mira dal fuoco delle navi”. Dopo una settimana dall’inizio del conflitto, i governanti continuano a fomentare l’odio e ad incitare al prosegue delle barbarie. “Quel sabato maledetto resterà scolpito nella storia di Israele. Non lo dimenticheremo”. Così il premier Benjamin Netanyahu, in un inatteso discorso al Paese. “Stiamo colpendo i nostri nemici con una forza senza precedenti. I nostri nemici hanno iniziato a pagare il prezzo, non sanno cosa avverrà, è solo l’inizio. Distruggeremo e sradicheremo Hamas, arriveremo alla vittoria”, sottolinea Netanyahu, concludendo: “Non importa quanto tempo ci vorrà, ma Israele distruggerà Hamas e finirà la guerra più forte. Questo è soltanto l’inizio”.
Intanto, la minaccia dell’Iran contro Israele sull’occupazione della Striscia di Gaza si fa sempre più insistente: “Se la comunità internazionale tarda a fermare il regime sionista e continua a commettere crimini nella Striscia di Gaza, la Resistenza annuncerà ‘l’ora zero’ per dare una risposta decisiva al regime”:s ono le parole del ministro degli Esteri israeliano, Hossein Amirabdollahian, in una conferenza stampa a Beirut. “I leader della Resistenza mi hanno detto che le loro forze sono ben preparate a rispondere, al punto che cambieranno l’attuale mappa dei territori occupati”, ha aggiunto. “Se i crimini di guerra cessassero e le parti concordassero una sorta di cessate il fuoco, la Resistenza annuncerà le sue condizioni”, ha sottolineato il ministro. Dall’altra parte per gli oltre un milione di cittadini palestinesi residenti nel nord della Striscia stanno per scadere le 24 ore concesse da Israele per evacuare. “Per la tua sicurezza, approfitta del breve tempo per spostarti a sud, da Beit Hanoun a Khan Yunis. Se tieni a te stesso e ai tuoi cari, vai a sud come ti è stato detto. Anche i residenti della spiaggia, e a ovest di Zeitoun potranno spostarsi sulle strade Daldul e Al-Sana verso le strade Salah Al-Din e Al-Bahrù”, si legge su X.
L’acqua sta per terminare e con gli ultimi raid la catastrofe umanitaria è a un passo
L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente (Unrwa) ha lanciato un allarme su una rischiosa catastrofe umanitaria imminente: “più di 2 milioni di persone sono a rischio a causa della mancanza d’acqua” a Gaza. Lo riporta il Guardian. “È diventata una questione di vita o di morte. È un dovere: il carburante deve essere consegnato adesso a Gaza per rendere l’acqua disponibile per 2 milioni di persone“, ha affermato Philippe Lazzarini, commissario generale dell’Unrwa. “Il carburante è l’unico modo perché le persone abbiano acqua potabile sicura – ha proseguito – In caso contrario, le persone inizieranno a morire di grave disidratazione, tra cui bambini piccoli, anziani e donne. L’acqua è ormai l’ultima ancora di salvezza rimasta. Chiedo che l’assedio agli aiuti umanitari venga revocato adesso”.
Joe Biden ha affermato con decisione che “è anche una priorità rispondere urgentemente alla crisi umanitaria a Gaza“, nel conflitto tra Israele e Hamas. “I miei team nella regione stanno lavorando, in comunicazione con i governi di Israele, Egitto, Giordania, altre nazioni arabe e le Nazioni Unite, per aumentare il sostegno umanitario”, ha detto il presidente americano in viaggio a Filadelfia. “Non possiamo perdere di vista il fatto che la stragrande maggioranza dei palestinesi non ha nulla a che fare con Hamas”, ha ammonito.