Giovedì, palazzo Pirelli, sede di Regione Lombardia. La terza commissione, quella che si occupa di Sanità, presieduta da Patrizia Baffi, di Fratelli d’Italia, partito al quale ha aderito durante la scorsa legislatura dopo essere stata eletta col Partito democratico e transitata in Italia Viva, è in riunione. Prende la parola Nicolas Gallizzi, medico di base, politico locale di lungo corso che è subentrato a Vittorio Sgarbi, dimissionario da consigliere regionale per incompatibilità con l’incarico di governo di sottosegretario alla Cultura.
Davanti ai colleghi della Commissione Sanità, Gallizzi dichiara di essere a conoscenza di casi in cui il bilancio delle Aziende socio sanitarie territoriali (Asst) lombarde è stato falsificato. Parole che dovrebbero far venire giù i muri, ma sulle quali tutti sorvolano. Tranne Nicola Di Marco, capogruppo del Movimento 5 Stelle e componente della Commissione Sanità. Che affida la sua indignazione a un comunicato nel quale scrive: “Durante l’ultima seduta di commissione sanità il collega Gallizzi ha usato parole molto dure nei confronti di alcune direzioni sanitarie, arrivando addirittura a dichiarare, nel corso della stessa seduta, di essere a conoscenza di casi in cui il bilancio delle ASST è stato falsificato.
Parole che, pronunciate da un pubblico ufficiale all’interno di un contesto istituzionale, non possono essere lasciate cadere nel vuoto, dal momento che si sta parlando dei soldi per la salute dei cittadini lombardi. Chiediamo di sapere innanzitutto se le accuse sono fondate e su quali basi e soprattutto quali ASST sarebbero coinvolte”. Nessun altro commenta. La maggioranza di centrodestra sorvola, gli altri esponenti di opposizione non ritengono di dover chiedere spiegazioni a Gallizzi. Il motivo? Sussurra qualcuno nei corridoi del Pirellone: “Ormai ci ha abituato, in ogni seduta della Commissione tira fuori una “perla”, nella precedente riunione si era sfogato dicendo che nel suo studio medico non aveva disponibilità di tamponi, perché l’Ats non glieli mandava: ‘io chiedo i tamponi ma non ci sono’”.
Non certo una medaglia da appuntare sul petto di Regione Lombardia e sulla gestione delle sue politiche sanitarie.
L’identikit
Gallizzi, però, non è un avventore che chiacchiera con un gruppo di amici al Bar Sport, è un professionista della sanità, che fa politica sul territorio da anni, che quindi non può non sapere che le parole hanno un peso, specie se pronunciate in determinati contesti.
Ieri mattina abbiamo provato a rintracciarlo telefonicamente presso il Gruppo “Noi Moderati – Rinascimento Sgarbi” in Regione, ma il telefono squillava a vuoto. Così come nessuno ha risposto al telefono del suo studio medico, nonostante il tentativo di contatto sia avvenuto nell’orario di visita ambulatoriale del venerdì (10-12). Gallizzi è stato dal 1° gennaio 2019 al 27 luglio 2023 (dopo l’ingresso nel Consiglio regionale lombardo è stato dichiarato decaduto per incompatibilità), consigliere di amministrazione dell’Ircc “Ospedale san Matteo-Policlinico di Pavia” e in precedenza lo era stato del Cda dell’Irccs “Policlinico di Milano”.
Formatosi politicamente con la militanza nel Partito socialista, ha poi aderito a Forza Italia e al Pdl e ha ricoperto incarichi amministrativi nei Comuni di Basiano, Trezzano Rosa e Pozzo d’Adda. Dirigente di Noi Moderati si presenta come stretto collaboratore di Maurizio Lupi. Al momento della candidatura alle regionali dichiarò: “Il mio impegno in Regione sarà soprattutto nell’ambito della sanità, dove posso vantare esperienza diretta derivante dalla mia professione e dalle esperienze maturate nella gestione nel CdA di due importantissimi Istituti scientifici. Esperienza e passione che voglio trasferire nell’istituzione regionale lombarda”.