“La democrazia è in pericolo”. Non usa mezzi termini Roberto Saviano, tanto da dire chiaramente che adesso starebbe pensando di trasferirsi all’estero perché non è più pensabile esercitare il diritto, sancito dalla nostra Costituzione, alla critica e alla libera informazione. Ieri, infatti, lo scrittore è stato condannato a mille euro di multa per aver diffamato Giorgia Meloni.
Lo scrittore Roberto Saviano è stato condannato ieri a mille euro di multa per aver diffamato Giorgia Meloni
È la decisione del giudice nella causa che vedeva imputato proprio Saviano per aver usato l’appellativo “bastardi” in relazione ai politici capofila delle campagne anti immigrazione e contro i salvataggi in mare. Il minimo della pena rispetto ai 10 mila euro chiesti dalla procura, che in ragione delle attenuanti generiche e dell’alto valore morale delle critiche espresse. Respinta la richiesta di provvisionale da 50 mila euro della parte lesa è disposta la non trascrizione nella fedina penale dello scrittore.
Il pm Pietro Pollidori aveva chiesto una pena pecuniaria di 10 mila euro, come detto. E questo perché “il ruolo pubblico delle parti in causa non deve farci perdere di vista la sostanza del fatto, ossia una critica politica andata oltre i limiti di continenza stabiliti dalla legge con una espressione brutta è inammissibile”. A questa richiesta si aggiungeva quella di 75 mila euro di risarcimento danni (con una provvisionale di 50 mila) avanzata dall’avvocato di parte civile, Luca Libra.
“Perdere oggi è esempio di ciò che accadrà domani”
La questione però non ruota attorno alla quantità della multa, ma al fatto in sé. Alla condanna in quanto tale. Perché, nonostante il giudice abbia riconosciuto le attenuanti generiche tra le quali l’avere “agito per motivi di particolare valore morale”, dichiarando la sospensione della pena e non menzione nel casellario giudiziario, resta la condanna. Lasciando piazzale Clodio, lo scrittore ha commentato la decisione affermando non a caso che “perdere oggi è esempio di ciò che accadrà domani, porta ancora di più a capire in che situazione stiamo vivendo, con un potere esecutivo che cerca continuamente di intimidire chiunque racconti le loro bugie”.
“Sono fiero di aver fatto questo processo. Il giudice ha riconosciuto un aspetto morale e questo mi ha fatto sorridere”
E ancora: “oggi sono fiero di aver fatto questo processo. Il giudice ha riconosciuto un aspetto morale e questo mi ha fatto sorridere. Ho notato in questi mesi il tentativo continuo di questo governo, e basta vedere la cancellazione della mia trasmissione, di fermare e intimidire. Non tutti, ma solo coloro la cui voce temono. Esattamente come fa Orban”. E se i giornalisti – come nel caso di Saviano – pagano, a non rispondere mai delle loro affermazioni sono i politici. Un concetto ribadito ancora una volta ieri dalla scrittore autore di “Gomorra”.
“Loro utilizzano l’immunità parlamentare agendo da banda e chi li critica viene portato a giudizio e costringono la magistratura a perimetrare gli spazi in cui potersi esprimere. Non mollo contro queste bande”, ha spiegato. Secondo l’avvocato Libra, legale della premier, quelle di Saviano invece non erano critiche ma “insulti”, con un linguaggio “eccessivo, volgare e aggressivo”. “Il diritto di critica, anche per la Cassazione, non può travalicare nell’uso dei termini e dal rispetto delle persone” ha ribadito.