Una città frammentata. Con le periferie sempre più distanti dal luccichio delle luci del centro, E un sogno che cresce tra i napoletani quando si chiede di immaginare il prossimo sindaco. Il capoluogo campano è pronto per una donna al comando: un cambio di genere dopo decenni, a cui affidare un cambiamento radicale. D’altra parte, dopo due anni di amministrazione targata Gaetano Manfredi, l’ex rettore dell’Università Federico II e ministro della ricerca nel secondo governo Conte non ha conquistato il cuore delle persone. Certo, ha dovuto fronteggiare non poche emergenze, a partire dal salvataggio del Comune dal dissesto, e col Patto per Napoli – l’accordo sul debito firmato a fine marzo 2022 e che ha messo in sicurezza il debito – ha ottenuto un risultato tutt’altro che scontato. Ma farsi amare dai napoletani è un’altra cosa, e se chiediamo un giudizio sugli ultimi due anni di amministrazione, i giudizi per Manfredi non sono lusinghieri.
Napoli accusa una carenza di leadership. E i tempi sono pronti per una svolta rosa al Comune, ora guidato da Gaetano Manfredi
Per Lucio d’Alessandro, rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa “Manfredi ha saputo mettere al servizio di una delle città più difficili del Paese, in uno dei momenti amministrativi più complicati del Comune, la sua esperienza di governo, una spiccata capacità progettuale e un indiscutibile prestigio”. Non è dello stesso avviso l’avvocato Domenico Ciruzzi, ex presidente del Premio Napoli, non riconfermato proprio da Manfredi nonostante i successi raggiunti. “Premetto – dice – che il sindaco nei miei confronti si è comportato in modo poco corretto e, dunque, sono prevenuto. Mi limito a dire che quel modo algido e borghese con cui si rapporta alla città, in uno con le ingenti risorse pervenute e i numerosi consulenti e collaboratori della sua cerchia accademica, sembrano rievocare a tratti la triste atmosfera “di Mani sulla città”, il grande film di Francesco Rosi. Auguro ai napoletani un futuro sindaco che con testa e passione dialoghi con tutti gli strati sociali, iniziando dagli ultimi”.
Ed è proprio questa una delle principali accuse che i cittadini rivolgono all’ex rettore: l’assenza di dialogo, del rapporto viscerale che c’è stato in passato con sindaci come Bassolino e de Magistris, nel bene e nel male. Anna Ferrara dell’Associazione Report è molto delusa. “Abbiamo un sindaco? Lo vediamo solo in foto o lo leggiamo sui giornali. L’amministrazione è latente, in prima fila soltanto quando si tratta di tagliare nastri. A Ponticelli siamo abbandonati, il territorio è fatiscente, esiste soltanto il centro storico. Non voglio più un profilo calato dall’alto dai partiti, darei un’altra opportunità a de Magistris che è stato realmente un sindaco di strada”, dice convintamente.
È un riscontro positivo, invece, quello di Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania. “Siamo soddisfatti . afferma – del percorso compiuto sin qui. E per questo abbiamo sostenuto le scelte corrette, facendo sentire il nostro dissenzo quando serviva. Con Manfredi abbiamo un eccellente rapporto di comunicazione, ci confrontiamo spesso”. Ma c’è un sindaco ideale? “Sì – ci dice Schiavo – ed è quello che riuscirà a rendere sempre più europea e moderna la nostra città”. Di parere opposto, su tutta la linea, l’avvocato Elena Coccia. “Il Patto per Napoli – taglia corto – è stato il peggior esordio di questa amministrazione, un prestito con gli interessi in cambio della svendita e privatizzazione del patrimonio della città. Pesa enormemente la mancanza dell’assessore alla cultura. Inoltre, nonostante le assunzioni di personale nei vigili urbani e all’Asìa, Napoli è più sporca. Si ha un’idea di una città sgovernata. Vorrei un sindaco che riprenda il dialogo con i napoletani e che dia attenzione alle periferie”.
Con l’ex rettore non è scattato quell’amore viscerale che c’è stato con altri sindaci
Anche Vincenzo Accurso, operaio ex Whirlpool vorrebbe un profilo che sappia interagire con il popolo: “Ho pensato subito all’ex assessore al lavoro della giunta de Magistris, Monica Buonanno che, ha dimostrato di avere cuore oltre ad essere preparata. Sull’attuale gestione il mio giudizio è positivo, c’è da migliorare ma, solo chi non fa non sbaglia”. Vorrebbe che il prossimo sindaco fosse donna pure Valeria Pirone, dirigente scolastico dell’istituto Marie Curie di Ponticelli: “Penso a Carmela Manco, impegnata nel sociale e che conosce le reali difficoltà della città. Mi aspettavo qualcosa in più da Manfredi. Le periferie avrebbero dovuto essere governate da conoscitori delle problematiche che le attanagliano invece, non è stato così. Resta infine, il rammarico di una mancata cabina di regia per supportare le scuole nella gestione dei fondi del Pnrr, come stava progettando la vicesindaca Mia Filippone. Un’altra occasione persa per la città”. E dove le periferie come disse Raffaele La Capria sono ancora “una corona di spine”.