Le file infinite davanti alla stazione Termini in attesa di un taxi, ormai, non fanno più notizia. Così come è una scena familiare quella della lunga attesa di un taxi a Fiumicino o nel centro di Roma. La mancanza di auto bianche nella Capitale è un dato di fatto innegabile, che però i tassisti che scendono oggi in piazza negano. Uno sciopero indetto da Usb, Orsa e Fast Confsal contro il dl Asset, approvato negli scorsi giorni in Parlamento, che permette di ampliare le licenze fino al 20% rispetto a quelle attuali.
Trovare un taxi a Roma è un’impresa. Ma oggi la categoria è in sciopero contro le nuove licenze
La motivazione principale della mobilitazione è proprio l’aumento delle licenze che, secondo i tassisti dell’Usb, potrebbe far svalutare quelle di cui sono in possesso, che invece oggi vengono cedute a decine di migliaia di euro, soprattutto nelle grandi città. Da anni, però, la carenza di taxi, soprattutto nelle grandi città d’arte, è evidente. E la bolla è scoppiata in maniera ancora più palese con il grande afflusso dei turisti nel 2023, nel primo anno davvero post-Covid.
Roma può aumentare le licenze rilasciate con un concorso straordinario e procedure più snelle. I comuni potranno rilasciare licenze aggiuntive a chi è già titolare di un permesso taxi o noleggio con conducente. Un aumento della richiesta che può essere legato a grandi eventi o flussi turistici superiori alla media stagionale. Come sicuramente avverrà per il Giubileo 2025. Le licenze dovrebbero essere temporanee o stagionali, con possibili proroghe fino a due anni.
Il Campidoglio punta a 1.500 nuove licenze. La lobby dei tassisti si arrocca sui suoi privilegi
A Roma le licenze attive sono poco meno di 7.800, in una città con 2,8 milioni di abitanti, che può arrivare fino a 4 milioni di presenze giornaliere tra fuori sede, pendolari e turisti. Con un’aggiunta del 20% si dovrebbe arrivare a circa 1.500 licenze in più, per un totale di poco inferiore alle 9.400. In caso, però, di massima adesione, ipotesi tutt’altro che certa. L’idea del Campidoglio è di dare mille licenze permanenti e 500 stagionali. La battaglia è tutta sulle licenze, come spiega il presidente della cooperativa RadioTaxi 3570, Lorenzo Bittarelli: “Partiamo da 300”, afferma. Molte meno e probabilmente troppo poche per risolvere il problema.
La richiesta dei tassisti è di fare in modo che le licenze non vengano svalutate e si chiede, inoltre, un aumento della tariffa base. Alla tensione tra Campidoglio e tassisti, si aggiunge quella tra il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Gualtieri sostiene che il decreto Asset sia “fatto male e inutilizzabile” per una questione legata ai costi. Intanto perché accelerare l’iter per il concorso straordinario, con 15 giorni invece dei due mesi soliti, è un primo problema.
Poi c’è il secondo, legato alle risorse economiche che nella procedura ordinaria vanno alle amministrazioni, ma che con quella accelerata vanno ai tassisti. E le risorse utilizzate sono quelle che servirebbero invece per le nuove aree di sosta, la cartellonistica e gli uffici. Costi che ricadranno sui comuni. Ma su cui Urso non vuole sentir ragioni.