Incapace di rispondere nel merito a un decreto migranti che viola il diritto internazionale e la Costituzione, Matteo Salvini ha sguinzagliato i suoi per trovare ulteriori elementi per delegittimare la giudice del Tribunale di Catania Iolanda Apostolico e ieri, soddisfatto, ha dato in pasto ai suoi un video, girato al porto di Catania il 25 agosto 2018, in cui la magistrata compare tra la folla di manifestanti che chiedeva lo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti della Guardia costiera, bloccata proprio dal leader leghista.
Il vice premier Salvini non ha argomenti per smontare la sentenza di Catania. E così parte la macchina del fango contro la giudice Apostolico
“La giudice Apostolico nei giorni scorsi ha disapplicato il decreto Cutro sull’immigrazione rigettando il trattenimento nel centro di Pozzallo di quattro richiedenti asilo tunisini. 25 agosto 2018, Catania, io ero vicepremier e ministro dell’Interno. L’estrema sinistra manifesta per chiedere lo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti: la folla urla ‘assassini’ e ‘animali’ in faccia alla Polizia. Mi sembra di vedere alcuni volti familiari…”, scrive Salvini. E in effetti in prima fila di quella manifestazione c’è proprio la giudice che pacificamente manifesta il suo dissenso, tra l’altro silenziosamente. Tant’è che pochi minuti dopo dalla Lega interviene il deputato catanese, Anastasio Carrà.
“Sono certo di riconoscere la magistrata Iolanda Apostolico, che in quel 25 agosto 2018 era su un molo del porto catanese durante la manifestazione dell’estrema sinistra. Mi rivolgo pubblicamente alla dottoressa: mi può smentire?”, scrive con il sorriso sardonico delle domande retoriche. In breve tempo dalla Lega di Salvini accorrono tutti. “Chiediamo al ministro Guardasigilli Carlo Nordio di intervenire quanto prima e fare chiarezza sul video pubblicato oggi da Matteo Salvini. La presenza di un magistrato tra le fila di estremisti di sinistra è garanzia della terzietà che un giudice deve assicurare?”, scrive la capogruppo in Commissione Giustizia a Montecitorio, Ingrid Bisa.
Matone: “Inaccettabile che esistano dei video che ritraggono un giudice che partecipa a una manifestazione di piazza contro la Polizia”
L’ex giudice Simonetta Matone, ora onorevole per il Carroccio, alza il tiro: “Un magistrato non deve soltanto essere imparziale, ma lo deve anche sembrare”. “È inaccettabile che esistano dei video che ritraggono un giudice che partecipa a una manifestazione di piazza contro la Polizia. Il Csm, invece di aprire un procedimento a protezione della Apostolico, dovrebbe aprire un procedimento per proteggere i cittadini da questo magistrato”, conclude Matone. A quel punto interviene il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia: “Si accentua la tendenza a giudicare la terzietà del giudice, che va valutata dentro il processo, andando dalla critica del provvedimento, che è legittima, allo screening della persona, cioè vedere chi è il giudice anziché guardare quello che ha scritto. Sono preoccupato dalla china che si imbocca”.
Ma alla Lega proprio non lo capiscono, e controbattono: “Quanto sta succedendo nelle ultime ore non è un preoccupante screening sui giudici e sulla loro vita privata come sostiene l’Anm: siamo di fronte a una manifestazione pubblica al porto di Catania. Piuttosto, devono essere preoccupati i 58 milioni e 851mila italiani che possono essere giudicati da toghe la cui terzietà e imparzialità sono gravemente compromesse”. Contemporaneamente il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro (FdI) se la prende con il Tribunale di Firenze che ha accolto il ricorso di un migrante tunisino a cui il Viminale aveva rifiutato la protezione umanitaria spiegando che la Tunisia non può essere considerata sicura, nonostante compaia nella lista aggiornata (e ampliata) dal ministero degli Esteri a marzo 2023.
Emerge un video in cui la dottoressa Apostolico manifestava per i profughi trattenuti in mare
“Non spetta a un giudice decidere se la Tunisia è un Paese sicuro o meno. Quel giudice di Firenze ha esondato dalle proprie prerogative”, tuona Delmastro. Il sottosegretario meloniano punta il dito contro “singoli soggetti che si fanno influenzare da pregiudizi ideologici”: “prima voglio leggere l’ordinanza, ma se fosse vero che un giudice decide se un Paese è sicuro o no vuol dire che va oltre i propri compiti“. Come nei fiorenti tempi del berlusconismo l’attacco personale per infangare una scelta giuridica ormai è una pratica quotidiana. Il consigliere indipendente togato del Csm Roberto Fontana ne spiega i contorni: “l’iniziativa del ministro Salvini vuole confondere i piani. La giurisdizione si esprime attraverso i provvedimenti, che ovviamente possono essere criticati e impugnati sulla base di ragioni tecnico-giuridiche. Spostare l’attenzione sulla vita del magistrato e le sue eventuali attività esterne a quella giudiziaria, è un modo per eludere il confronto sul merito del provvedimento e un tentativo di delegittimare l’attività giurisdizionale”.
La libertà di opinione dalle parti del governo continua a essere un diritto che vale solo per le opinioni su cui sono d’accordo. Così da settimane ci sorbiamo un pittoresco generale dell’esercito come Vannacci che spande razzismo e omofobia a reti unificate mentre a una giudice non è concesso non disistimare un leader politico. Alla fine si è liberi solo di essere d’accordo.