La Procura di Busto Arsizio, in provincia di Varese, ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio a carico dell’ex presidente della Camera, Irene Pivetti, accusata di frode in forniture pubbliche, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio nell’ambito di una compravendita dalla Cina di mascherine per un valore complessivo di 35 milioni di euro delle quali ne sarebbero state consegnate solo per un valore di 10 milioni ma di qualità scadente, praticamente inutilizzabili, con falso marchio CE.
Nel marzo scorso la Procura di Busto Arsizio aveva chiesto l’arresto dell’ex presidente della Camera, Irene Pivetti
La Procura di Busto aveva chiesto l’arresto della Pivetti nel marzo scorso ma il Gip aveva rigettato la richiesta dichiarandosi incompetente. E destinando il processo Roma. Nelle 600 pagine di ordinanza il Pm di Busto, Ciro Caramore, ha ribadito come il processo, trattandosi di presunto reato commesso a Malpensa, sia da celebrarsi a Busto. Il Riesame ha dato torto a Busto dichiarandosi incompetente nel merito.
“Prendiamo atto della richiesta di rinvio a giudizio. Il Riesame si è già espresso: quello di Busto non è il Tribunale competente” ha commentato l’avvocato Filippo Cocco, difensore di Irene Pivetti, in merito alla richiesta di rinvio a giudizio.
A Milano è stata già rinviata a giudizio con l’accusa di evasione fiscale e autoriciclaggio
Sempre a marzo la Pivetti era stata rinviata a giudizio dal gup del tribunale di Milano, Fabrizio Filice, con l’accusa di evasione fiscale e autoriciclaggio per una serie di operazioni commerciali, in particolare la compravendita di tre Ferrari Granturismo che, secondo l’accusa, sarebbero servite per riciclare proventi frutto di illeciti fiscali.