L’inflazione e l’aumento del prezzo della benzina, non contrastati dal governo, pesano sulle famiglie italiane. Con due conseguenze nel mese di agosto: l’aumento dei costi dei beni e l’incremento anche del disagio sociale, in netta crescita rispetto a luglio.
A evidenziarlo è Confcommercio, riportando questi due dati. Il primo riguarda il Misery index, ovvero il tasso di disagio sociale che ad agosto si è attestato a 15,2, in aumento di sei decimi rispetto a luglio. Il secondo è per i prezzi di beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto, con una variazione annuale del 6,9%.
Cresce il disagio sociale
Partiamo dal Misery Index di Confcommercio: “Il peggioramento registrato ad agosto riflette il riacutizzarsi di tensioni nei prezzi di alcuni beni (carburanti) ad alta frequenza d’acquisto”. Pesa, quindi, l’aumento del prezzo della benzina sulle famiglie e i consumatori italiani.
Una parziale buona notizia arriva invece dal mercato del lavoro, che dopo la discesa di luglio “ha mostrato una tendenza al miglioramento”. Resta, però, il timore che “il permanere di tensioni su alcune materie prime energetiche potrebbe portare a un ampliamento dell’area del disagio sociale”.
Il caro benzina pesa: ad agosto aumentano anche i prezzi dei beni
Il secondo dato che segnala Confcommercio all’interno del bollettino Misery Index riguarda i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto, che ad agosto hanno mostrato una variazione su base annua del 6,9%, “invertendo bruscamente la tendenza al rientro”.
Il rialzo deriva soprattutto dagli aumenti registrati per i carburanti (+5,2%). Inoltre “le prime stime di settembre, pur segnalando un lieve rallentamento dell’inflazione dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto (+6,7% su base annua), consolidano i timori, unitamente alle incertezze sulla futura evoluzione dell’occupazione, sulle difficoltà di riportare l’area del disagio sociale entro valori più contenuti tali da favorire quel miglioramento della domanda delle famiglie necessario ad agevolare l’uscita da questa fase di forte rallentamento”.
Insomma, il mancato intervento del governo di fronte all’aumento dei prezzi della benzina (il bonus carburanti ancora non è arrivato e riguarderà comunque pochissime famiglie) ha avuto effetti pesantissimi sulle famiglie italiane e sulla povertà e il disagio sociale. E continuerà ad averne penalizzando i consumi, considerando che le famiglie hanno finito i risparmi da utilizzare per sostenere le spese e quindi anche la crescita.