La vicenda l’ha ricostruita Lorenzo Sangermano su Repubblica: al Senato c’è una commissione sui diritti umani che in nove mesi non è mai stata convocata, che non ha un presidente e i cui membri non sanno di farne parte. Istituita per la prima volta nel 2001, la Commissione avrebbe molto di cui occuparsi: dal processo per gli assassini di Giulio Regeni, dai diritti dei migranti e le violazioni nei Cpr in territorio italiano fino agli italiani arrestati all’estero come Khaled El-Qaisi passando per i rapporti del nostro Paese con altri Stati (come la Libia, l’Arabia Saudita e la Tunisia), la violazione dei diritti umani è un tema che interseca molta attività del governo. Però dopo la mozione che ha dato atto della formazione della commissione non ci sono più notizie.
Al Senato c’è una commissione sui diritti umani che in nove mesi non è mai stata convocata, che non ha un presidente e i cui membri non sanno di farne parte
A giugno di quest’anno i partiti avrebbero dovuto mettersi d’accordo su chi dovesse esserne il presidente ma evidentemente quella posizione è considerata di poco interesse oppure troppo scomoda. Il senatore del Partito democratico Filippo Sensi lo chiede senza troppi giri di parole: “Così per dire: la Commissione Diritti Umani del Senato, che nasce sulla carta lo scorso gennaio, non si è ancora MAI riunita. I suoi componenti sono stati indicati, ci sono. Cosa stiamo aspettando?”, ha scritto.
Occuparsi dei cittadini vittime di violenza e di sopraffazione dovrebbe essere una delle priorità di un governo, ancor di più di un governo retto da coloro che vorrebbero sembrare “forti”. Dal governo Meloni però non arriva nessuna risposta. I diritti umani per loro sono qualcosa da usare in qualche post sui social per aumentare i like o l’indignazione. O forse sono troppo impegnati a difendere le pesche.