Con la Nadef il governo ha dichiarato che il deficit salirà al 4,3% nel prossimo anno. Alessandra Todde, deputata e vicepresidente del Movimento 5 Stelle, è giusto alzare il deficit e crede che si rischi uno scontro con l’Ue?
“La nota di aggiornamento al Def certifica il fallimento della politica economica del governo e l’assenza di vere misure a sostegno di famiglie e imprese. È ormai chiaro che l’obiettivo del governo è la crescita zero, e la totale assenza di misure necessarie ad aiutare gli italiani strozzati dall’inflazione, dai prezzi stellari della benzina, dal caro mutui e caro affitti. Per quanto riguarda lo scontro con l’Ue, siamo al paradosso su più fronti, non solo quello economico: siamo sopraffatti da sbarchi quotidiani di centinaia di migranti. Il Governo non sa cosa fare, brancola nel buio. Ieri dall’Europa poteva arrivare una importante boccata d’ossigeno per l’Italia. Non hanno ottenuto niente. Imbarazzante il silenzio del nostro ministro dell’Interno. Si spacciano per patrioti ma quando possono incidere non tutelano gli interessi degli italiani. Vergognoso”.
Il problema principale resta il modo in cui si spendono i soldi: crede che la strategia del governo, di puntare su aumenti degli stipendi e misure per lefamiglie, sia la strada giusta o bisogna fare altro?
“Guardi, aiutare famiglie e imprese non solo è necessario, è indispensabile. Il fatto è che non si sta facendo nulla di tutto ciò. Abbiamo una prospettiva in cui c’è zero crescita, zero investimenti e ovviamente non si risolvono i problemi. I primi a essere delusi siano i cittadini che hanno votato questo governo. Avevano annunciato una svolta per quanto riguarda la politica economica e sociale del Paese, e invece è un governo che certifica manovre dello zero virgola”.
Sarà una manovra di lacrime e sangue? Si attende, tra tagli e nuove tasse di cui si parla ormai da settimane, un ritorno all’austerità?
“È evidente in che direzione sta andando il governo Meloni. Stiamo andando spediti verso una legge di bilancio in cui non ci sarà nulla per la crescita, per gli investimenti delle imprese, per i lavoratori e per i più fragili”.
Meloni e Giorgetti continuano ad attaccare il Superbonus in ogni occasione: il governo lo fa solo perché cerca alibi in vista della manovra e per giustificare il fatto che diverse promesse elettorali salteranno?
“Giorgetti e Meloni dovrebbero smetterla di raccontare bugie agli italiani rendendosi conto che la crescita record del biennio 2021-2022 deriva dalle scelte del Governo Conte per cui il debito si è ridotto dal 155% del Pil nel 2020 al 140% previsto dallo stesso Giorgetti per fine 2023: un calo di 15 punti di debito pubblico in 3 anni, numeri mai visti prima in Italia. Solo grazie alla crescita economica, sostenuta da politiche espansive orientate agli investimenti, si riduce il debito pubblico, creando ricchezza e benessere tra cittadini e imprese. È davvero stucchevole ascoltare la continua e lamentosa narrazione secondo la quale il debito pubblico adesso non diminuirà per colpa del Superbonus, quando la drammatica realtà è che nei prossimi anni il debito in rapporto al Pil non diminuirà proprio a causa dell’azzeramento del ritmo di crescita inflitto al Paese dal Governo”.
Teme l’effetto dello spread? C’è davvero da preoccuparsi con il differenziale tornato su picchi intorno ai 200 punti negli scorsi giorni?
“Lo spread purtroppo sta salendo perché la politica monetaria restrittiva della Bce, con continui aumenti dei tassi d’interesse, sta deprimendo sempre di più la domanda. Se non cresce il Pil, perché si taglia ogni misura di investimento senza prevederne altre, è chiaro che i mercati si interrogano anche sulla sostenibilità del debito”.
L’Istat ha certificato che l’inflazione rallenta, ma ancora troppo lentamente: il patto anti-inflazione presentato dal governo come la panacea di tutti i mali potrà davvero funzionare?
“Un Governo in totale confusione che adesso prova a rilanciare con un fantomatico patto anti-inflazione. Arriva con un anno di ritardo, quando ormai il carrello della spesa ha già raggiunto il suo picco massimo. È il disperato tentativo di rimediare all’enorme danno fatto dalla Meloni quando ha deciso di tagliare gli sconti sulle accise, con la conseguente impennata dei prezzi dei generi alimentari, per la maggior parte trasportati su gomma. Inoltre, l’accordo è temporaneo e del tutto volontaristico. Qualsiasi catena di distribuzione può decidere se aderire, se aumentare i prezzi, se uscire dall’accordo prima della scadenza. Infine, il patto non comprende carburanti ed energia, i cui prezzi continuano a salire. Insomma, è una presa in giro per gli italiani”.
Per il bonus benzina il governo ha stanziato solo 100 milioni di euro, a fronte di oltre 2 miliardi di profitti: una misura del genere può davvero risolvere il problema o il governo sta sfruttando il caro carburanti per fare cassa?
“Da maggio scorso un pieno di benzina in modalità self è aumentato mediamente di 10 euro, quello di gasolio addirittura di 14,5 euro. Fanno rispettivamente +233 euro annui a macchina per la verde e +345 per il diesel, come specificato dal Codacons. Certamente un aiuto, seppur piccolo, per i redditi più bassi è meglio di niente. Però qui si sfiora la presa in giro. Ma si rendono conto che le famiglie italiane sono ormai obbligate a scegliere tra un pieno di benzina o una spesa al supermercato?”.