Tra gli alibi che si è creato il governo Meloni nel giustificare gli spazi ristretti per la Manovra 2024 e il macigno del debito c’è ovviamente il Superbonus. Peccato che qualcosa non torni in questa narrazione. Quello stesso incentivo edilizio varato dal governo giallorosso di Giuseppe Conte, poi fu confermato – seppur con qualche remora e introducendo alcune restrizioni normative – da quello di larghe intese guidato da Mario Draghi.
Per Meloni e Giorgetti ora il Superbonus è un disastro, ma in campagna elettorale FdI, Lega e FI chiedevano di salvare l’incentivo M5S
Un esecutivo in cui, forse qualcuno se lo sta dimenticando, figuravano anche Forza Italia di Antonio Tajani e la Lega di Matteo Salvini che all’epoca non si opposero alla proroga, anzi la votarono, mentre ora si sono accodati alla leader di Fratelli d’Italia che da mesi lo definisce “una truffa” e che soltanto a fine agosto era tornata ad affermare che “stiamo pagando in maniera pesante il disastro del Superbonus 110 per cento”.
Cosa ancor più curiosa è che su questo incentivo perfino Giorgia Meloni sembra aver cambiato idea visto che quando era all’opposizione del governo dei Migliori ne parlava in modo molto diverso. Tanto per intenderci in un video pubblicato il 17 settembre 2022, appena otto giorni prima delle elezioni nazionali da lei stravinte, parlando della misura diceva che “è nata con intenti lodevoli: rinnovare il nostro patrimonio edilizio in funzione della transizione edilizia.
Per via di una norma oggettivamente scritta male, il Superbonus ha prestato il fianco a diverse frodi, comportando anche un aumento ingiustificato dei materiali edili” e aggiungeva che l’avrebbe rimodulato e “migliorato”. Uno scaricabarile sull’incentivo voluto dai 5 Stelle ma a cui nessun partito, almeno fino a un anno fa, si diceva contrario che ha stancato Emiliano Fenu, capogruppo M5S in Commissione finanze della Camera, che ha smontato la balla della ‘voragine’ in quanto “il rapporto debito/Pil è crollato proprio negli anni di boom del Superbonus, nonostante i suoi ‘costi’ siano stati contabilizzati in quegli anni, soprattutto nel 2021 e nel 2022″.
Fenu: “I crediti da Superbonus non impattano sul debito pubblico”
“Come si fa ancora a sostenere – aggiunge l’esponente M5S -, seguendo le logore e cantilenanti parole del ministro Giorgetti, che il debito pubblico non scende per colpa del Superbonus? Eurostat lo ha ripetuto più volte nelle audizioni in Commissione finanze: i crediti da Superbonus non impattano sul debito pubblico. Hanno invece impattato positivamente sul Pil, contribuendo a farlo crescere del 12% nel biennio 2021-2022, e sulle entrate dello Stato, cresciute di 100 miliardi in quegli stessi due anni, secondo quanto emerge dal Rendiconto dello Stato 2022”.
“Meloni e Giorgetti aumenteranno il debito pubblico azzerando la crescita”
Sempre il pentastellato spiega: “Per queste ragioni il debito pubblico è calato in così poco tempo, come mai prima d’ora, nonostante gli ingenti aiuti pandemici per famiglie e imprese del 2020”. Fenu poi conclude spiegando che incredibilmente “ancora si vuol far passare questa narrazione, purtroppo con la complicità miope di tanta stampa”, secondo cui “la politica di austerità, con l’impoverimento delle persone e delle imprese, possa servire a ridurre il debito” ma non è così e infatti “Meloni e Giorgetti aumenteranno il debito pubblico azzerando la crescita”.