Il termovalorizzatore non si discute: Gualtieri tira dritto e ignora il piano rifiuti regionale

La Regione Lazio cambierà il piano rifiuti, ma il Campidoglio garantisce che il termovalorizzatore di Roma resterà.

Il termovalorizzatore non si discute: Gualtieri tira dritto e ignora il piano rifiuti regionale

Per il Campidoglio e per il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, c’è una sola certezza: il termovalorizzatore è l’unico punto fermo e inamovibile per il futuro della Capitale. Nulla può far cambiare idea alla giunta capitolina, neanche la quasi certa predisposizione di un nuovo piano rifiuti da parte della Regione Lazio. Qualsiasi sia la decisione della giunta regionale, infatti, il Campidoglio tirerà dritto e andrà avanti sul progetto del termovalorizzatore.

Un messaggio ribadito con nettezza anche dall’assessora all’Ambiente e ai Rifiuti, Sabrina Alfonsi, quando ricorda che la scelta – indipendentemente da quello che farà la Regione – spetta a Gualtieri in quanto commissario per il Giubileo. Insomma, nessuna negoziazione e nessuna possibilità che il sindaco cambi idea sul tema: il termovalorizzatore si farà. 

Nessun ripensamento sul termovalorizzatore di Roma

La linea del Campidoglio viene definita dall’assessora Alfonsi in un’intervista all’agenzia Nova. Si parte da un presupposto: la Regione Lazio è pronta a disporre un nuovo piano rifiuti che sostituisca quello precedentemente redatto dalla giunta guidata da Nicola Zingaretti. Alfonsi, però, ritiene senza dubbio che il nuovo piano rifiuti non cambierà nulla per la realizzazione del termovalorizzatore: “Anche se la Regione Lazio, come previsto, cambiasse il piano rifiuti regionale, il termovalorizzatore di Roma a Santa Palomba verrebbe realizzato comunque poiché l’opera risponde ai poteri commissariali conferiti dal governo al sindaco, Roberto Gualtieri, in vista del Giubileo del 2025”.

Questo vuol dire che la Regione non può prevalere rispetto alle decisioni di Gualtieri, in quanto commissario del Giubileo scelto dal governo. I suoi poteri sono sufficienti per prevalere rispetto a qualsiasi cosa venga predisposta dal piano rifiuti regionale. Alfonsi spiega, quindi, che c’è un commissario di governo (Gualtieri, appunto), che “ha elaborato il piano rifiuti di Roma” e “il piano dei rifiuti regionale non può cambiare, a oggi, il piano dei rifiuti di Roma”.

Il nuovo piano rifiuti è atteso, la Regione lo cambierà – sottolinea l’assessora capitolina – “perché gli viene richiesto un adeguamento dal ministero, insieme ad altre regioni, perché bisogna rispettare dei parametri che prima non c’erano”. Ma questo non cambia in alcun modo le carte in tavola: “In ogni caso, quando lo faranno, sul tema dell’impiantistica bisognerà fare un ragionamento serio all’interno del piano dei rifiuti regionale e credo che non si possa non tenere conto del piano dei rifiuti di Roma e del piano industriale di Ama già approvati. E il termovalorizzatore è uno dei tasselli fondamentali di tutto il piano dei rifiuti di Roma”. 

Il nuovo piano rifiuti della Regione Lazio

A confermare che il nuovo piano rifiuti è in arrivo ci pensa l’assessore regionale con delega al Ciclo dei rifiuti, Fabrizio Ghera: “In dieci anni di amministrazione Zingaretti le province del Lazio hanno pagato un prezzo altissimo a causa della mancata programmazione della sinistra in materia di rifiuti”. Per Ghera le “province sono diventate la pattumiera della Regione” e quindi il nuovo piano rifiuti è “indispensabile e non più rinviabile”.

Per l’assessore regionale “il termovalorizzatore di Roma non può essere considerato la panacea di tutti i mali”, perché “indipendentemente dalle scelte del commissario Gualtieri, al Lazio servono scelte coraggiose e strutturali per incentivare la raccolta indifferenziata, realizzare impianti e chiudere il ciclo rifiuti”. Perché l’obiettivo è che “tutte le province del Lazio siano autosufficienti nella chiusura del ciclo rifiuti”. Le parole di Ghera, comunque, non sembrano mettere in discussione il termovalorizzatore capitolino. L’impianto si farà, sia perché la decisione spetta a Gualtieri, sia perché dalla Regione non sembra arrivare alcuna opposizione, nonostante la protesta dei sindaci della zona di Santa Palomba.