L'Editoriale

Salvini e la vocazione del ridicolo

Il capogruppo di FdI alla Camera Foti ha escluso l’intenzione del governo di fare nuovi condoni. Salvini però non si scoraggia.

Salvini e la vocazione del ridicolo

Sberle dai suoi e sberle dagli altri. Chiamiamo una Ong per soccorrere Matteo Salvini, che ormai annuncia qualunque cosa venendo subito smentito dagli alleati e dal suo stesso partito. Prendiamo i condoni edilizi evocati dal leader della Lega per far cassa e salvare qualcuna delle tante promesse elettorali, almeno per quest’anno tutte destinate ad essere tradite.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, ieri gli ha risposto che non se ne parla, al pari del ministro dell’Economia, il leghista Giancarlo Giorgetti, che ha escluso l’intenzione del governo di fare nuovi condoni. Matteo nostro però non si scoraggia, e così come cambia le felpe a seconda di chi deve abbindolare – promettendo “Prima il Nord” quando fa campagna elettorale al Nord, e “Prima il Sud” una volta sceso sotto la linea di Roma – è tornato al suo cavallo di battaglia: il ponte di Messina.

Così, parlando a un’assemblea di ingegneri, ha fissato per l’estate prossima l’avvio dei cantieri. Un cronoprogramma che sempre Foti ieri è corso a smentire, affermando che per i cantieri del Ponte ci vorrà più tempo e sarà già tanto se nel 2024 vedremo il progetto esecutivo. L’ennesimo. D’altra parte, nella Manovra non ci sono i soldi necessari.

Dunque, neanche fossero maggioranza e opposizione, FdI e Lega si randellano su tutto, e di questo passo arriveranno alle elezioni Europee regolando sicuramente i loro conti, ma ridicolizzando la linea del governo e dei suoi leader. E su questo piano, Salvini non sta perdendo tempo nel portarsi avanti.