Il chirurgo specializzato nella chirurgia robotica della colonna vertebrale – assunto dalla Asst Santi Paolo e Carlo di Milano un anno e mezzo fa a oltre 100 mila euro di stipendio annuo, ma che non ha mai operato nessuno con il robot vertebrale, perché quella strumentazione in ospedale non c’è – non poteva essere nominato capo della neonata Struttura semplice di chirurgia neurologica.
Il chirurgo specializzato assunto dalla Asst Santi Paolo e Carlo, che non ha mai operato nessuno con il robot vertebrale, non poteva essere nominato
Una nomina che, infatti, due giorni dopo la pubblicazione dell’inchiesta de La Notizia, è stata cancellata. Con la delibera n. 2250 del 25/09/2023, dal titolo “Revoca delle deliberazioni n. 634 del 15/3/2023 e n. 1898 del 31/7/2023 riguardanti la struttura semplice dipartimentale “chirurgia vertebrale”, afferente al dipartimento area chirurgica”, i vertici della grande azienda ospedaliera milanese hanno infatti annullato la promozione del sanitario a “Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale Chirurgia”.
Una marcia indietro, si legge nel documento, dovuta a “un mero errore materiale”. Il medico, infatti, “era stato ammesso alla procedura, non in possesso del requisito indicato nel bando e previsto nel regolamento aziendale, ovvero di essere dipendente dell’Azienda a tempo indeterminato”. Infatti, per assurgere al ruolo di Responsabile, il candidato doveva essere dipendente a tempo indeterminato e doveva aver maturato almeno 5 anni di servizio. In medico, invece, era stato assunto a tempo determinato, ex art. 15septies D.Lgs. 502/92.
Evidentemente però nessuno alle risorse umane dell’Asst – e ben cinque responsabili apicali dell’ospedale – deve essersi ricordato del contratto sottoscritto dal sanitario. Oppure non ricordavano che l’ex art. 15 septies configura un rapporto lavorativo a tempo determinato. Fatto strano, visto che quell’articolo è particolare, poiché prevede la chiamata diretta di un medico per particolari capacità (nel caso specifico, la capacità di utilizzare il robot vertebrale durante gli interventi), evitando il concorso. Inoltre, a oggi, nell’Asst gli articoli 15septis sono tre, tutti nomi assai noti. Così come devono essersi “distratti” al momento del controllo dei documenti presentati dal candidato. Infatti, “dopo un attento riesame della documentazione”, si legge nella delibera, hanno ritenuto di “procedere in autotutela e revocare” la nomina.
Lo specialista manterrà una retribuzione di oltre 100mila euro pur operando senza macchinario
Il sanitario rimarrà comunque come “facente funzione” della Struttura, sebbene anche questa nomina ponga più di un dubbio. Infatti, il “facente funzione” sostituisce un responsabile. Ma in questo caso, la struttura è di nuova creazione e quindi un responsabile precedente non c’è. Altra nota stonata, al concorso aveva partecipato anche un altro medico, che, in teoria, potrebbe ottenere la carica, se ne ha i requisiti. Ma di questo secondo classificato nella delibera di lunedì scorso non si fa menzione.
La “retrocessione” non inciderà sul compenso del chirurgo, che rimarrà superiore a quello del primario al quale è sottoposto. E, di sicuro, il sanitario continuerà a non operare le colonne vertebrali con il robot, perché ai Santi ancora quella strumentazione non è presente. Tanto è vero che a operare l’agente penitenziario 28enne Carmine De Rosa – precipitato da una finestra del pronto soccorso del San Paolo, mentre tentava di impedire la fuga di un recluso, riportando una frattura cranica, un’emorragia cerebrale, contusioni cerebrali, fratture vertebrali e contusioni polmonari – è stata l’equipe del dottor Marcello Egidi, direttore della neurochirurgia, che al San Carlo da anni garantisce prestazioni di altissimo livello.