Da un lato la stretta imposta alle ong dal governo di Giorgia Meloni con il decreto Cutro di inizio marzo, dall’altro la Germania che – al culmine di mesi di tensione con l’Italia per la gestione dei migranti – annuncia un piano per finanziare le navi dei volontari che soccorrono i disperati in fuga dal nord Africa.
Come annunciato dal governo di Berlino: “Il ministero degli Affari Esteri federale sta attuando un programma di sostegno finanziario istituito dal Bundestag” ossia il parlamento tedesco, aggiungendo che “l’obiettivo è quello di sostenere sia il soccorso civile in mare sia i progetti a terra per le persone soccorse in mare. Abbiamo ricevuto diverse richieste di finanziamento. In due casi l’esame delle domande è già stato completato. L’erogazione dei fondi, in questi due casi, è imminente”.
Insomma una doccia fredda per il governo di Roma che da tempo sta cercando di limitare l’azione delle ong nella speranza di limitare gli sbarchi. Stando a quanto fanno sapere dalla Germania, quello appena lanciato è “un progetto per l’assistenza a terra in Italia di persone soccorse in mare” a cui viene affiancato parallelamente “un progetto di un’organizzazione non-governativa sulle misure di salvataggio in mare”, ha aggiunto la portavoce tedesca che non ha voluto indicare i nomi delle associazioni coinvolte.
Che non si tratti di una sparata ma di qualcosa di molto concreto lo fa capire ancora una volta il rappresentante di Berlino secondo cui: “La portata del finanziamento del progetto in ciascun caso è compresa tra 400mila e 800mila euro”.
Chiaramente la mossa del cancelliere Olaf Sholz ha mandato in tilt il governo italiano tanto che da Palazzo Chigi filtra “grande stupore” per questa decisione e che “il governo italiano prenderà immediatamente contatto con le autorità tedesche per un chiarimento. Si confida che la notizia sia priva di ogni fondamento perché il finanziamento da parte della Germania di attività di Ong sul territorio italiano rappresenterebbe una gravissima anomalia nelle dinamiche che regolano i rapporti tra Stati a livello europeo e internazionali”.
Sconcerto espresso anche dal ministro Matteo Piantedosi: “Mi stupisco che” la Germania “abbia questi obiettivi di proiettare la sua generosità sull’Italia, io suggerirei di farlo sul proprio territorio”.
La tassa che sconcerta
Insomma la tensione già alta tra Italia e Germania, cresce di ora in ora. Uno scontro muscolare iniziato dallo scambio di accuse dei giorni scorsi per la gestione dei migranti in un contesto europeo e condiviso, culminato con la decisione della Germania – e anche della Francia – di bloccare i ricollocamenti volontari a causa dell’atteggiamento di Roma che “non sta rispettando le riammissioni del sistema di Dublino.
E finché non lo farà, nemmeno noi accoglieremo altri rifugiati”. Rapporti tesi che non miglioreranno a breve visto il contenuto di un decreto del ministero dell’Interno, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, che fissa a 4.938 euro la garanzia finanziaria che dovrà essere versata dal migrante richiedente asilo che non vuole essere trattenuto in un Centro fino all’esito dell’esame del suo ricorso contro il rigetto della domanda.
Un provvedimento che ha fatto infuriare le opposizioni con il deputato del Pd, Nicola Zingaretti, che su Instagram ha tuonato: “Come gli scafisti. Il governo chiede 5mila euro in garanzia ai migranti per evitare la permanenza nei Cpr. La destra dice di voler combattere gli scafisti in tutto il ‘globo terracqueo’, ma si comporta come loro chiedendo soldi ai disperati che fuggono dalla miseria”.