Una volta al nostro giornale il responsabile economico del Pd, Antonio Misiani, ha detto che “i condoni per la destra sono come le ciliegie: uno tira l’altro”. E come dargli torto. L’ultimo dovrebbe agganciare il decreto legge Energia atteso in Consiglio dei ministri lunedì.
La bozza del decreto all’articolo 8 introduce una sanatoria generosa per i commercianti che hanno commesso violazioni su scontrini, ricevute fiscali, fatture. Violazioni che verranno abbonate in cambio di una piccola multa. Si tratta di infrazioni riguardanti la mancata memorizzazione dei corrispettivi (cioè scontrini e fatture non emesse) o la trasmissione infedele alle Entrate, come nei casi di documenti che non sono fedeli al reale incasso del commerciante.
La sanatoria riguarderà tutte le violazioni commesse tra il primo gennaio del 2022 e il 30 giugno del 2023: ci sarà tempo fino al 15 dicembre per sanarle. Pare insomma che le destre a corto di soldi non conoscano altra via per recuperare risorse che ricorrere a condoni e sanatorie.
Che è un modo infine per premiare, come in questo caso, il loro elettorato di riferimento fatto di piccoli commercianti e furbetti di ogni sorta. Un vecchio vizio che i precedenti confermano. Nell’ultima legge di Bilancio il governo ha inserito 12 condoni. Dallo stralcio delle vecchie cartelle fino a mille euro e rottamazione di quelle affidate alla riscossione fino al 30 giugno dello scorso anno alla norma salva calcio per i club zavorrati dai debiti.
Nella riforma fiscale si è poi proceduto alla cancellazione delle sanzioni per i Paperoni che trasferiranno i loro grandi capitali in Italia, ma anche per quelli che risiedono all’estero e che, per interposta persona o tramite trust, possiedono in Italia un patrimonio pari o superiore a un milione di euro. E non è finita qui. Nella delega fiscale c’è il concordato preventivo biennale per le piccole imprese e le partite Iva: un patto per il fisco che congela la base imponibile per due anni, azzerando i controlli successivi.
Fino ad arrivare allo scudo penale su alcuni reati tributari, in base al quale l’evasore già condannato in primo grado, può tirarsi fuori dal procedimento penale se paga. E qualche settimana fa era circolata anche l’ipotesi di una voluntary disclosure su contanti e valori non dichiarati al fisco e detenuti in cassette di sicurezza. Contro l’ultima sanatoria sugli scontrini c’è il muro del M5S e del Pd.
“Questo governo sta con chi evade le tasse a discapito dei tanti, tantissimi contribuenti onesti”. Così il capogruppo M5S al Senato, Stefano Patuanelli. La leader dem Elly Schlein parla di “altra sberla ai contribuenti onesti”. Questo decreto che dovrebbe agevolare le famiglie zavorrate dal caro bollette oltre a farsi beffa di chi paga regolarmente le tasse si distingue per tutta un carrellata di bonus che prendono in giro gli italiani per l’irrisorietà dello sconto.
Spicca tra tutti il bonus benzina. Per capire l’entità, basta considerare che, per via dell’aumento dei prezzi dei carburanti, solo di accise sono entrati in cassa fino a luglio 2,7 miliardi in più. Ebbene, a fronte di tale gettito, il governo stanzia appena 100 milioni che si traducono in un bonus carburanti da 80 euro ma una tantum e solo per chi beneficia della carta acquisti “Dedicata a te”, ovvero 1,3 milioni di famiglie con Isee fino a 15 mila euro. Per il resto poca roba: viene confermato il bonus bollette, con l’Iva al 5% sul gas, fino a dicembre.