Si sente dire spesso che per limitare le troppe morti sul posto di lavoro e necessario incentivare i corsi di formazione per la sicurezza. Peccato che questo governo, malgrado gli ultimi impietosi dati rivelino che le vittime nei primi sette mesi del 2023 sono state ben 559, sembra sottovalutare il tema visto che, come emerge dalla bozza di accordo con le Regioni, si va verso un taglio di un terzo delle ore di formazione sulla salute e sicurezza.
La ministra del Lavoro Calderone nel mirino per i tagli alle ore di formazione. Beccata dalle opposizioni, ora parla di bozza non definitiva
Un problema che ieri è stato affrontato dalla ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone, nel corso del question time alla Camera, e da cui si è smarcata spiegando che al momento non esiste alcuna bozza definitiva e che i lavori sul testo sono ancora in corso. Insomma la prima bozza, circolata anche sui media nei giorni scorsi, in cui si legge che le ore di formazione per i lavoratori, anche quelli dei settori ad alto rischio, dovrebbero scendere da 16 a 10 è solo un’ipotesi. Ma ciò non toglie che, seppur non definitiva e che magari potrebbe cambiare, la proposta c’è ed è sul tavolo.
Ad illustrare l’interrogazione è stata la deputata Valentina Ghio, del Partito democratico, che in Aula ha detto chiaro e tondo che mentre “il Paese è ancora scosso dalla tragedia dei 5 lavoratori morti a Brandizzo e dal continuo susseguirsi di morti nei luoghi di lavoro (…) siamo rimasti sconcertati, signora Ministro, vedendo la bozza di accordo per le regioni in materia di formazione obbligatoria”. Parole a cui ha risposto la Calderone negando ‘passi indietro’ sostenendo, al contrario, che la formazione continua dei lavoratori è un tema fondamentale per la maggioranza e che sullo stesso “le forze politiche di recente hanno mostrato unità di intenti votando all’unanimità una mozione sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Proprio per questo ha spiegato che è stato costituito un gruppo di lavoro composto da “rappresentanti del Ministero, delle regioni, dell’Inail e dell’Ispettorato nazionale del lavoro, nonché delle organizzazioni di parte datoriale e dei lavoratori” che si è riunito 3 volte tra maggio e luglio del 2022”, ossia quando il Pd “esprimeva il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, e sotto il cui mandato si sono tenuti diversi incontri”. Il problema è che dalle diverse parti sono arrivati contributi importanti ma che “presentavano tra di loro notevoli differenze di carattere sostanziale” e così il precedente governo “ha deciso di costituire un gruppo interistituzionale deputato all’elaborazione di un testo definitivo” da sottoporre, in ultima istanza, alla conferenza Stato-Regioni.
Per le opposizioni il governo sta facendo solo passi indietro sulla prevenzione degli incidenti sul lavoro
Lavori che non sono finiti e anzi stanno continuando tanto che Calderone rivela che “l’11 agosto, al fine di consentire alle parti sociali di formulare eventuali osservazioni, è stata inviata una prima bozza di testo, rispetto alla quale, poiché si tratta proprio di una bozza, il gruppo di lavoro si è comunque riservato di effettuare ulteriori approfondimenti”. Insomma siamo ancora a caro amico. Parole a cui ha controreplicato Chiara Gribaudo del Pd che ha fatto notare come la ministra “ha parlato di questa bozza e ha detto delle cose che francamente faccio fatica a comprendere”.
“Quello che ho visto è solo il solito giochetto di provare a scaricare su gruppi di lavoro e anche su responsabilità politiche precedenti al suo mandato di Ministra” ma “lei, da quando è Ministra, e il suo Governo avete allargato e inserito i subappalti a cascata, un elemento che va decisamente ad incidere sull’insicurezza dei lavoratori”, e mentre tutti chiedono “più ore e più attenzione alla prevenzione, lei e il suo Governo fate uscire una bozza che dice che le ore sono tagliate”.