Mah sì, in nome della libertà per ogni pensiero mandiamo in onda uno stupratore mai pentito, un mafioso e per par condicio un camorrista. Niente che non si sia già fatto, peraltro, viste le passate ospitate nelle trasmissioni di intrattenimento tv di galantuomini come un Casamonica – della famiglia di criminali che ha terrorizzato mezzo Centro Italia – o di eroi nazionali, tipo il comandante Schettino, invitato a tenere una lezione all’università.
Un filone che ieri si è arricchito con la trovata dell’ex presidente della Rai, Marcello Foa, che ha dato il microfono di Radio1 a Massimo Citro della Riva, l’ex medico radiato dall’ordine per le sue strampalate teorie no vax. Al di là dei dubbi in cui può indurci qualunque evoluzione scientifica, Citro è diventato un guru dei cospirazionisti del Covid, grazie a evidenti fesserie come il volontario inserimento di virus attraverso i vaccini, del tutto inutili oltre che pericolosi, perché pure la pandemia è stata finzione, a vantaggio di qualche spectre e delle multinazionali.
Sciocchezze che però sono tracimate dai gruppuscoli di svitati sui social a un livello apparentemente più credibile, tipo giornalacci come La Verità, che sfrutta il bisogno di visibilità di questi teoremi, vendendo così qualche copia a chi si fa abbindolare. Un ragionamento che vale alla stesso modo per Mediaset, che ha contribuito a dare notorietà a un tale personaggio, seppure sconfessato dall’intera comunità scientifica. Per Citro, però, adesso c’è un altro pulpito, addirittura pubblico, grazie alla Rai in edizione Meloni, che ora recita la parte della premier responsabile e istituzionale, ma insieme al suo partito ha sempre grattato la pancia ai no vax, anche in mezzo a una pandemia che faceva migliaia di morti al giorno.
Dunque, sarebbe più degno se i vertici di Viale Mazzini, messi sulle loro poltrone da Giorgia e compari, non fingessero di essere sorpresi per il Foa di turno che recita sé stesso, e chiamassero direttamente Citro a condurre Quark. Oppure si dimettessero tutti, non per le castronerie che certa gente racconta tuttora, ma per quelle che ha raccontato ieri, trasformando le paure in consenso per le destre.