Zètema è sotto l’attacco degli hacker. I siti culturali gestiti dall’azienda del Comune di Roma, Zètema Progetto cultura, oltre al sito dell’azienda stessa, sono stati oggetto di un attacco informatico “molto, molto significativo”, come lo ha definito il sindaco Roberto Gualtieri, che da domenica 10 settembre ha messo fuori servizio le pagine web della sovrintendenza, dei musei comunali e del turismo, tuttora non raggiungibili.
I siti dell’azienda comunale Zètema bloccati da domenica. La rabbia degli utenti: violati i dati bancari
Fuori uso anche le app e i servizi collegati. Si tratta di un attacco hacker di tipo ransomware, cioè con richiesta di riscatto in bitcoin che, come riporta il quotidiano la Repubblica, sfiorerebbe in questo caso il milione di euro. Gli hacker agiscono in questo modo: limitano l’accesso ai server e richiedono una somma per rimuovere il blocco e rendere i dati nuovamente fruibili.
Gli esperti del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche della Polizia postale stanno lavorando con i tecnici della società per mettere in sicurezza i sistemi, valutare la portata dell’incursione e ripristinare le pagine, ma nel momento in cui si scrive tutti i siti culturali capitolini risultano ancora inaccessibili.
Per rimettere in funzione i servizi potrebbero volerci anche delle settimane. Le prime tracce, come spiega il Corriere della Sera, sembrano indicare la pista tedesca, ma i pirati informatici potrebbero aver messo gli esperti sulla strada sbagliata. Al momento sembra si stia valutando di creare un sito parallelo, temporaneo, per rispondere alle esigenze dell’utenza, ma la preoccupazione più grande deriva dai database che contengono milioni di dati – indirizzi, identità, codici di bancomat e carte di credito – appartenenti a utenti di tutto il mondo, visto che a quel sito vi accedono non solo i romani, ma anche migliaia e migliaia di turisti ogni anno.
Oltre, è chiaro, a una serie di informazioni interne su progetti, personale, collaboratori. Intanto sulla pagina Facebook di Zètema c’è un’unica comunicazione, risalente a due giorni fa, in cui si comunica l’impossibilità di accedere ai portali web “a causa di un problema tecnico” – senza alcun accenno all’attacco hacker – con la promessa di aggiornamenti direttamente sulle pagine social dell’azienda. Ad aggravare la situazione, poi, come si evince anche dai commenti sotto il post su Facebook, c’è anche la rabbia e l’agitazione delle 40mila persone che hanno partecipato al concorso pubblico presentato da Zètema a inizio anno per l’assunzione a tempo determinato di 77 lavoratori. I risultati del concorso sarebbero dovuti essere pubblicati sul sito dell’azienda municipalizzata, ma da giorni, con il sito in tilt, nessuno ha potuto avere notizie in merito.
I pirati informatici hanno chiesto il pagamento di un riscatto in bitcoin. Ma il Campidoglio non scucirà un euro
Zètema, però, non sarebbe l’unica azienda colpita da un attacco informatico: negli ultimi mesi la stessa sorte è toccata ad altre società, pubbliche e non. Secondo l’ultimo report dell’azienda di sicurezza informatica Trend Micro Research, inserito nello studio Stepping ahead of risk, l’Italia risulterebbe il terzo Paese al mondo, dietro a Stati Uniti e Giappone, e addirittura il primo in Europa, per attacchi malware da parte degli hacker.
Da gennaio a giugno 2023, infatti, l’Italia ha visto quasi 175 milioni di malware intercettati. Nel report si legge che il nostro Paese è una delle vittime preferite dei cybercriminali che mirano proprio ai dati di aziende e pubbliche amministrazioni per poi avanzare richieste di riscatto. Una strategia che, come spiegano gli esperti, è stata resa più efficace grazie alla rapida espansione degli strumenti di intelligenza artificiale generativa, che permette di eseguire attacchi più elaborati.