di Antonello Di Lella
Da una scuola costruita male a quella nuova della memoria. Immensa, sovradimensionata rispetto alle reali esigenze: un monumento allo spreco più che al ricordo. E’ la scuola più sicura d’Italia (così la definirono Guido Bertolaso e Silvio Berlusconi nel giorno dell’inaugurazione) quella costruita a San Giuliano di Puglia (Campobasso) in ricordo dei 27 bambini e della loro maestra che esattamente 11 anni fa persero la vita tra le macerie dell’edificio scolastico raso al suolo dal terremoto. E dalla mancata applicazione delle regole di sicurezza, come sancito dalla Cassazione che ha condannato costruttori e progettisti. La nuova cattedrale nel deserto, invece, è costituita da due corpi di 2340 metri quadri ciascuno che potrebbero ospitare chissà quanti scolari. Peccato che a San Giuliano, tra materne, elementari e medie, gli scolaretti siano poco più di 100. Con percentuali destinate a non aumentare visto che i nuovi nati della piccola comunità molisana sono meno di 10 ogni anno. E seppur questi numeri siano chiari e parlino da soli nessuno ha mai pensato seriamente di sfruttare la mastodontica struttura per accorpare le scolaresche di San Giuliano con quelle degli altri due paesi limitrofi che fanno parte dello stesso istituto comprensivo, il “F.Jovine” di Bonefro. E proprio a Bonefro, a oltre dieci anni dal sisma, fanno ancora lezione in strutture provvisorie di legno.
“E’ stata scelta San Giuliano per pagare un pegno alla cattiva coscienza umana”, ha commentato in un recente passato l’assessore della regione Molise Michele Petraroia, “si tratta di un monumento all’ipocrisia, non dettato da reali esigenze. Una vera e propria ostentazione barocca”. Dei due corpi della struttura solo uno è destinato alla scuola. Nell’altro, dove doveva sorgere l’università (e chi l’ha mai vista), fino a qualche mese fa operava un call center. Nella stessa area dopo la scuola sono state costruite una piscina, un centro polifunzionale-museo e laboratori. Totale della spesa 25,4 milioni di euro, scuola inclusa. Era davvero necessario tutto questo sfarzo? Fatto sta che mentre San Giuliano è ricostruita, pur se trasformata radicalmente nel suo impianto urbanistico, la ricostruzione nell’area del cratere è ancora ferma al 40%.