Sono lontani i tempi in cui esponenti del governo, a partire dal vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, assicuravano che in caso di prezzo della benzina al di sopra dei 2 euro sarebbero intervenuti. Il taglio delle accise non arriva, nonostante i rincari che proseguono sui carburanti.
Per il momento l’esecutivo pensa solo a un bonus benzina da 150 euro rivolto alle persone con redditi più bassi. Anche se negli ultimi giorni si è affacciata anche l’ipotesi di un ritorno dello sconto sulle accise, magari rimodulato rispetto a quello introdotto dal governo Draghi. Fatto sta che di fronte ad aumenti record, con il prezzo della benzina in modalità self che in diverse regioni ha raggiunto e superato i 2 euro al litro, il governo continua a prendere tempo e non interviene tempestivamente.
Il prezzo della benzina continua a salire: in sei regioni superati i 2 euro al litro
La rilevazione del Mimit segnala che il prezzo della benzina in modalità self ha raggiunto in autostrada i 2,046 euro al litro, mentre per il gasolio siamo a 1,978 euro al litro. Al di fuori delle autostrada, sulla rete generale, continua la salita del prezzo con diversi territori che hanno raggiunto la soglia psicologica dei 2 euro al litro.
Bolzano è la zona più cara d’Italia, con la benzina a 2,011 euro al litro e il diesel a 1,939. In totale sono sei le regioni in cui la benzina ha superato la quota dei 2 euro: in Calabria, Sardegna e Valle d’Aosta il costo si ferma a 2 euro al litro, in Basilicata raggiunge i 2,002 e in Liguria addirittura i 2,006.
Per il servito, come sottolinea Quotidiano Energia, la benzina ha raggiunto addirittura i 2,112 euro al litro. In salita anche le quotazioni del diesel a 2,026 euro al litro. Per la modalità self il prezzo della benzina è a 1,976 euro al litro, quello del diesel a 1,889 euro al litro.
A livello settimanale, si registrano ulteriori aumenti come emerge dall’Osservatorio carburanti del ministero dell’Ambiente: il prezzo della benzina è aumentato di 1,5 centesimi a quota 1,969 euro al litro e quello del diesel di 2,1 centesimi raggiungendo 1,876 euro al litro.
Il governo dorme e intanto intasca l’extra-gettito grazie ai rincari del carburante
L’Unione nazionale consumatori sottolinea come per la prima volta anche le regioni abbiano superato la soglia dei 2 euro al litro in modalità self. Siamo di fronte a quella che il presidente Massimiliano Dona definisce una “corsa inarrestabile”, con un aumento in una settimana dei prezzi di circa l’1% per benzina e diesel.
Dalla fine di luglio a oggi un litro di benzina è rincarato di oltre 7 centesimi, il 3,8% in più, ovvero 3 euro e 58 centesimi per un pieno da 50 litri. Per il gasolio il rialzo è ancora più alto: 13 centesimi al litro, il 7,5% in più, ovvero 6 euro e 53 in più per un pieno.
Dona protesta contro l’esecutivo: “Il governo ha deciso di non intervenire, di non abbassare le accise, così da guadagnare sulla pelle degli automobilisti il 55% del prezzo della benzina e il 50,9% del gasolio, ossia oltre 1 euro al litro sulla benzina, 1,084 euro, e oltre 95 cent sul gasolio, 0,956 euro. Dimentica, però, gli effetti nefasti che il caro carburante determina sui prezzi finali dei prodotti trasportati, ossia sull’inflazione, la più iniqua delle tasse, come diceva Einaudi. Una riduzione del potere d’acquisto che grava soprattutto sulle famiglie meno abbienti”.
Insomma, Dona riassume un concetto molto semplice: il governo ha deciso di infischiarsene degli aumenti dei costi della benzina, evitando di intervenire e tagliare le accise come aveva invece promesso a inizio anno in caso di rincari. Ma intanto l’esecutivo mette da parte soldi per la manovra grazie all’extra-gettito dovuto proprio agli aumenti dei prezzi: una dormita, quella del governo, che fa bene alle sue tasche. Ma meno a quelle degli italiani.